Ripensare il reclutamento nella PA, puntare su nuove competenze e formazione dei dipendenti. Sono queste, insieme alla semplificazione e alla digitalizzazione, le principali azioni da realizzare in tempi brevi se si vuole accedere al Recovery Plan. Lo ha sottolineato il Ministro Renato Brunetta presentando le Linee Programmatiche in vista del PNRR
Documenti Linee programmatiche (PDF)
Cambiare radicalmente e velocemente (nel giro di pochi mesi) il sistema di reclutamento nella pubblica amministrazione, potenziare la “buona amministrazione” (che vuol dire semplificazione, silenzio assenso, delibere nativamente digitali, customer satisfaction), investire su formazione e aggiornamento delle competenze e sulla digitalizzazione (nel senso di una “PA ripensata in chiave digitale”), tutti aspetti che devono andare di pari passo. Altrimenti, non solo non sapremo spendere i soldi del Recovery Plan, ma non li avremo affatto. Lo ha sottolineato oggi il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, presentando in Parlamento le “Linee programmatiche” del suo Ministero come contributo per il Piano di Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
“Per troppo tempo abbiamo visto, anche in ragione della crisi economica, la Pubblica amministrazione come un costo – ha sottolineato il Ministro Brunetta – e in effetti lo è, ma è un costo fondamentale per l’esistenza di un paese e di una comunità. Ora, in ragione della straordinaria crisi che stiamo ancora subendo, abbiamo capito che senza la PA il paese si sarebbe disgregato. La PA sono i medici, gli infermieri, gli insegnanti, i magistrati, le forze dell’ordine, tutti i dipendenti delle amministrazioni centrali e locali. Da questi 3,2 milioni di donne e di uomini dipende la nostra qualità di vita. Dobbiamo quindi ripartire dalla crisi per un ripensamento sostanziale su chi siamo e chi vogliamo essere”. Già nelle premesse, quindi, il Ministro ha messo l’accento sul valore delle persone che lavorano nella PA, che sono al centro di quelle riforme troppo a lungo rimandate e necessarie per ottenere le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea: riforme strutturali, perché “Recovery (spesa e ripresa) e riforme (resilienza) sono inscindibili, un elemento presuppone l’altro. Per fortuna l’UE ha condizionato il Recovery a questo sforzo: non basta avere soldi da spendere, bisogna avere anche le regole che consentono di fare debito buono e di avere il necessario impatto positivo nella società”.
Il Ministro Brunetta ha quindi illustrato sinteticamente il lavoro svolto in questi primi 20 giorni di mandato, che si è concretizzato nelle Linee programmatiche presentate oggi. Il documento riassume le osservazioni della Commissione europea e il relativo approccio che dovrebbe guidare il programma del Governo, all’interno di quattro categorie, quello che viene definito “un nuovo alfabeto per la Pubblica Amministrazione”: A (accesso), B (buona amministrazione), C (capitale umano) e D (digitalizzazione).
Per quanto riguarda l’accesso, il Ministro ha sottolineato che il sistema di reclutamento nella PA deve cambiare velocemente (non serve una grande riforma strutturale).
In questo momento, ha detto il Ministro “Stiamo lavorando per sbloccare i concorsi già banditi. Dobbiamo individuare luoghi adatti con grandi spazi (aule di università, saloni fieristici), dotati di piattaforme tecnologiche adeguate, per ospitare concorsi con procedure online ma in presenza, garantendo sia la sicurezza che un numero abbastanza ampio di partecipanti, superando il tetto imposto dal comitato tecnico per la sicurezza”.
Nelle Linee programmatiche si evidenzia la necessità di ripensare profondamente i meccanismi di selezione e reclutamento del personale, sia sul piano procedurale e organizzativo, che della selezione delle professionalità migliori e più idonee per le esigenze delle amministrazioni. Il punto di partenza è la definizione delle competenze del futuro, intese non solo come conoscenze, ma anche e soprattutto come capacità realizzative, organizzative e manageriali.
Ecco quindi la C di Capitale umano, tema che investe sia le competenze di chi entra nella PA che quelle di chi già lavora nelle amministrazioni. Nelle Linee programmatiche si legge infatti: “dobbiamo investire in maniera significativa sulla qualificazione e riqualificazione delle persone (upskill e reskill). A partire dalle competenze tecnico-specialistiche, ma soprattutto da quelle gestionali, organizzative, relazionali (leadership, approccio per obiettivi, problem-solving, digitale)”. E ancora “Gli obiettivi indicati dal NGEU nei campi della transizione digitale ed ecologica devono vedere la PA protagonista del cambiamento. Per questo è indispensabile rafforzare e costruire tutte le competenze necessarie, a partire da quelle relative alle procedure di acquisto di beni e servizi per orientarle allo sviluppo sostenibile, all’efficienza energetica e allo sviluppo delle energie rinnovabili, agli interventi di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio (green procurement)”.
Sul tema dell’organizzazione del lavoro (e del lavoro agile in particolare) le Linee programmatiche sottolineano l’importanza di fare “tesoro dell’esperienza maturata in questo anno difficile, che ci ha permesso di utilizzare le tecnologie, il lavoro a distanza, il digitale, tracciando un percorso che porti a rendere strutturale questi cambiamenti. Il lavoro da remoto praticato durante la fase emergenziale ha costituto, da più punti di vista, un importante fattore di accelerazione, in termini di sviluppo delle competenze individuali dei dipendenti pubblici, digitalizzazione, ecc. Superata la fase emergenziale sarà necessario programmare e gestire tale modalità di organizzazione del lavoro – che può produrre impatti significativi anche per il perseguimento di altre politiche pubbliche – in maniera efficace e sostenibile”. Per questo, secondo il Ministro, non serve iscrivere questa esperienza in un meccanismo rigido normativo. Da qui alla fine della fase emergenziale “abbiamo tutto il tempo per riflettere, con opportune indagini esperienziali che sono in corso attraverso la commissione tecnica, su cosa ha funzionato e cosa no e valorizzare attraverso la contrattazione le migliori esperienze e le migliori pratiche”.
“Tutto questo – ha concluso il Ministro – non si realizza se non c’è coesione sociale e responsabilità” e ha ricordato che domani il presidente Draghi firmerà un accordo di coesione sociale, una sorta di quadro di riferimento perché tutto questo possa avvenire all’interno di una scelta condivisa con il mondo del lavoro e che a breve saranno convocati i sindacati rappresentativi del pubblico impiego per avviare la tornata di rinnovi contrattuali”.
Infine, il Ministro ha confermato che si lavorerà a un decreto legge di accompagnamento al PNRR, in la parte dedicata alla PA attuerà la Linee programmatiche presentate oggi.
“La centralità delle persone all’interno delle Linee programmatiche presentate oggi è sicuramente un aspetto fondamentale – commenta Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA – come abbiamo sottolineato diverse volte negli ultimi tempi, alla PA italiana servono nuove competenze: digitali e trasversali, oltre che giuridiche e amministrative, per affrontare le sfide della ripresa e del futuro non solo a breve termine. Questo significa rivedere le procedure concorsuali, con prove selettive in grado di valutare le capacità manageriali e le attitudini delle persone, valorizzando anche competenze soft come problem solving, gestione conflitti, project management. E significa investire nella formazione di chi già lavora nella PA, superando finalmente la logica dei tagli alla formazione e anzi, come sottolineato nelle Linee programmatiche, investire in maniera significativa sulla qualificazione e riqualificazione delle persone”.
Forum Pa