Da uno a quattro euro, per ogni cane. Tanto sarebbe, sottolineiamo il condizionale, l’imposta «aggiunta» alla Tari, la tassa rifiuti, che l’amministrazione vorrebbe istituire. La proposta viene dai Moderati, nella persona di Silvio Magliano e tre consiglieri comunali del Movimento Cinque stelle sarebbero d’accordo. L’operazione è legata al recupero fondi per realizzare altre aree cani e mantenere e pulire quelle esistenti. Sul sito www.lastampa.it/Torino il sondaggio tra favorevoli e contrari vede i sì al 54% e i no al 46% su oltre tremila voti.
Quelli che dicono no
«Ogni tanto ritorna, noi non siamo d’accordo: così si aumenterebbero solo gli abbandoni. Chi non vuole o non può pagare porterebbe il cane da noi». Marco Bravi è presidente Enpa, l’associazione che gestisce uno dei canili di via Germagnano. Si tratterebbe però di pochi euro all’anno. «Ci sono persone – aggiunge amaro Bravi – che pagano mille euro per la play station e non darebbero un euro in più per il cane. Un progetto del genere dovrebbe essere legato alle persone non agli animali: troviamo sponsor altrimenti è un segnale vessatorio». Il No delle associazioni animaliste ha una motivazione forte nei proprietari anziani: «La tassa o l’imposta sui cani è una forma di discriminazione – insiste Francesca Mandarini avvocato legale della Lega antivivisezione – i proprietari di animali hanno già spese mediche tutte a pagamento, poi il cibo che costa parecchio. Questa tassa sarebbe un’ulteriore penalizzazione. Dovrebbe pensarci l’amministrazione comunale senza influire sui contribuenti. Per gli anziani sarebbe davvero una penalizzazione forte, a volte per queste persone il cane è l’unica loro consolazione». Poi si passa alle proposte, anche per la Lav: «Si possono raccogliere fondi, la tassa viene percepita in maniera negativa, mentre così chi vuole donare lo fa: deve essere una cosa spontanea e non un obbligo. Per alcuni l’animale è già un lusso per il loro reddito basso».
I veterinari
Thomas Bottello presidente dell’Ordine dei veterinari è sulla stessa linea delle associazioni: «La tassa, diciamolo, fa girare le scatole e tutti. Facciamo una bella campagna di raccolta fondi e magari i proprietari dei cani, alcuni, sono anche disponibili a pagare di più di 4 euro l’anno. Nelle aree cani già si organizzano i proprietari e fanno cose da soli. Le imposizioni non piacciono a nessuno». I più poveri potrebbero avere l’esenzione però. «Lei se lo vede il vecchietto andare in Comune a presentare il modello Isee?». In effetti pare un po’ complicato per le persone anziane. «Allora promuoviamo campagne di sensibilizzazione anche per chi non ha cani: se l’area cani è agibile e carina il proprietario è più portato a frequentarla e non “disturba” chi i cani non li vuole». Bottello insiste sul punire chi non rispetta le regole per recuperare fondi: «Iniziamo da chi non mette il microchip al proprio cane. Basta dotare i vigili di un piccolo apparecchio per il controllo».
Quanti sono
I cani a Torino sono 80 mila, Guido Massimello veterinario dell’anagrafe canina spiega che stanno aumentando i cani provenienti dal Sud: «Anche se nei nostri canili ce ne sono tanti: dovremmo far adottare i nostri nei canili» insiste. La tassa sui cani? «Tutti chiedono e poi il cittadino si scoccia e i canili si riempiono. Certo 4 euro sono pochi ma io ho cinque cani e sarebbero già venti euro. Prima o poi metteranno la tassa un tanto al chilo sui cani».
La Stampa – 12 gennaio 2017