Pene certe e più severe a chi maltratta gli animali, che sono esseri senzienti e quindi meritano una tutela diretta. E’ l’obiettivo contenuto nel contratto di governo con la Lega e ora nel disegno di legge depositato al Senato dal Movimento 5 stelle partendo dal precedente testo presentato nella scorsa legislatura dal cinquestelle Vittorio Ferraresi per introdurre norme più stringenti ed efficaci anche contro il bracconaggio.
Una “rivoluzione concettuale, copernicana”, quella di “far diventare oggetto della tutela direttamente l’animale e non più l’uomo legato emotivamente o sentimentalmente allo stesso” ha spiegato – in una conferenza stampa – il senatore Gianluca Perilli, primo firmatario del ddl con accanto con i ministri della Giustizia Alfonso Bonafede, della Salute Giulia Grillo e dell’Ambiente Sergio Costa.
Aumento delle pene, ampliamento delle fattispecie penali esistenti e introduzione di nuovi reati sono le tre direttrici della legge che il M5s punta ad approvare in Parlamento nel minor tempo possibile, auspicando una totale convergenza. Canili in condizioni pessime, uccelli con ali rotte usati come esche vive, gatti randagi avvelenati, fino al cigno ucciso e al cagnolino brutalmente seviziato con il fuoco in Sardegna appena prima di Pasqua, sono alcuni esempi citati per evidenziare “atrocità” per le quali spesso i responsabili restano impuniti.
Pene più severe, quindi, per chi uccide un animale, o lo abbandona; rimodulata l’aggravante del delitto di spettacoli o manifestazioni vietate. E poi lasciare in giro bocconi avvelenati diventa un reato punito con l’arresto sino a quattro anni. Importante è la modifica al codice di procedura penale: ufficiali e agenti di polizia possono arrestare chiunque sia colto in flagranza di reato.
A giugno prossimo, ha annunciato il ministro Grillo, “sarà pubblicato online il Registro degli avvelenamenti di animali, molto dettagliato”, mentre il ministro Costa ha detto soddisfatto che ora finalmente ci saranno quegli “strumenti giuridici con cui operare” che gli sono mancati in 35 anni di attività. Il ministro Bonafede infine ha sottolineato che c’è “un impegno a 360 gradi” perché questi reati riguardano anche la salute delle persone e l’ambiente. “L’abbandono di esche nocive è un pericolo per i bambini”, ha spiegato rilevando che “le bestie che fanno violenza agli animali sono persone violente anche con gli esseri umani, come documentato da numerosi studi. Quindi alzare l’asticella serve a individuare anche le persone violente”.
L’8 maggio il provvedimento (il testo) è stato assegnato alla 2ª Commissione permanente (Giustizia) in sede referente, ma l’esame non è ancora iniziato.
Dovrà pervenire il parere anche della 1ª Commissione Aff. costituzionali, della 3ª Aff. esteri, della 5ª Bilancio, della 9ª Agricoltura e della 14ª Unione europea.