Caso di dengue all’ospedale di Belluno. Nei giorni scorsi, un giovane bellunese di rientro da un paese del Sud America dove lavora, si è presentato al pronto soccorso del San Martino con febbre alta, vomito e dolori articolari e spossatezza. I medici lo hanno ricoverato per eseguire tutti gli accertamenti. Ospitato nell’unità operativa di Malattie infettive, il giovane è stato sottoposto a una terapia di idratazione.
Poi nel corso del ricovero, giunti gli esiti degli esami, si è visto che il paziente era affetto da dengue. Si tratta di una malattia che si trasmette tramite il morso della zanzara Aedes Aegypti, una lontana parente della Aedes albopitus, cioè la zanzara tigre. Normalmente da luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre.
«Non esiste un trattamento specifico per la dengue», precisa il direttore sanitario dell’Usi 1, Tiziano Martello. «Le cure di supporto alla guarigione consistono principalmente nella somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione». E cosi dopo alcuni giorni il paziente è stato dimesso guarito: «È già tornato a casa, immunizzato rispetto a quel particolare vettore. Comunque», ci tiene a ribadire Martello, «non c’è alcun allarme. E anche se qui non c’è la zanzara Aedes Aegypti, ma la tigre, l’importante è prevenire i suoi morsi tenendo puliti i sottovasi delle piante e trattando i tombini per far morire le larve di questi insetti»
Il Corriere delle alpi – 4 luglio 2015