L’Ulss 5 con l’acqua alla gola per l’emergenza influenza. E i dipendenti sono chiamati a lavorare di più, facendo non pochi sacrifici. I sindacati della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil assicurano che se l’ospedale è riuscito a reggere è solo grazie a medici, infermieri e oss. Specialmente nella prima settimana dell’anno, sia nel capoluogo che a Trecenta e Adria, i Pronto soccorso sono stati presi d’assalto e i reparti sono finiti quasi al collasso.
Davide Benazzo, segretario Fp-Cgil di Rovigo, riportando il pensiero anche dei colleghi di Cisl e Uil, spiega che la dignità e l’assistenza sono state garantite «solo grazie alla grande disponibilità del personale e al loro senso del dovere». Come riferisce il sindacalista, nella prima settimana di gennaio, ma anche in questi giorni, i reparti e il pronto soccorso «sono subissati di richieste, tutti i posti letto sono occupati, così come le barelle, si ricoverano in Astanteria quasi il triplo di pazienti della capienza massima. Ma intanto negli ospedali si tagliano posti letto di area medica e il personale diminuisce. Di fronte a un evento epidemico prevedibilissimo si dimostrano le carenze e le inefficienze gestionali. Un pronto soccorso, già in grossa difficoltà per il quale nessuno da anni dà risposte concrete per garantire dignità a chi vi accede, costringe a code interminabili e chi vi lavora subisce questa situazione frustrante e inverosimile, affrontando un’esponenziale aumento degli accessi con troppi malati che non sanno a chi rivolgersi per avere risposte al suo bisogno di sanità». Secondo le parti sociali è il motivo per il quale si è scelto di costituire un’unità di crisi gestita dalla Direzione medica e infermieristica che, come unica risposta, decide di ampliare di circa il 30% la capienza dei reparti. Senza alcuna disposizione scritta od ordine di servizio. Nei reparti sono arrivati tanti letti in più, alcuni dei quali tra l’altro vecchi e scartati perché non più sicuri». Benazzo lamenta inoltre che non ci sia stato alcun aumento di personale: «Nessun infermiere o oss in più, nessuna direttiva su come gestire questa emergenza. Avanti con i doppi turni e le deroghe ai riposi in barba alle norme europee. Ancora una volta chi doveva prevedere, organizzare, chi per il suo ruolo doveva assumersi le responsabilità, dirigere e governare, ha lasciato da soli i suoi soldati. Le risposte e le direttive della Direzione infermieristica e medica – ha concluso Benazzo – sono state solo un pezzo di carta senza intestazione e firma con una tabella per il numero di posti presenti e quelli da attivare per l’urgenza. Nessuna risorsa in più reperita dalla Direzione infermieristica per fare in modo che si potesse lavorare in sicurezza anche se in emergenza Nessuna. È ora che i vertici si attivino per indagare su quanto accaduto agendo contro chi sia stato eventualmente inadempiente nel coordinare e dirigere questa emergenza». (M.Luc.)
IL GAZZETTINO – Giovedì, 19 gennaio 2017