Da Palazzo Balbi arriva chiaro il messaggio di «appoggio totale ad uno dei migliori direttori del Veneto: se ci sono problemi si risolvono nelle sedi appropriate». Il presidente della Regione chiamato in causa dai primari. «Chi ha promesso la sua testa non era l´interlocutore giusto». Duro l’intervento del presidente della Regione Zaia sulla bagarre scoppiata dentro la 22.
Hanno chiesto l´intervento del presidente della Regione Zaia e Zaia ha risposto. La guerra scoppiata dentro l´Ulss 22 di Bussolengo tra primari (tutti tranne un paio) e direttore generale Dall´Ora è finita dritta a Venezia. Attraverso l´Anpo, il sindacato nazionale che li rappresenta, i vertici dei camici bianchi si sono rivolti direttamente «al capo della giunta veneta invitandolo a prendere provvedimenti urgenti contro il dg autore di affermazioni molto gravi che vanno a detrimento dell´immagine dell´azienda stessa».
La tensione è ai massimi livelli. La rottura che s´è creata tra gli operatori sanitari e l´amministratore riconfermato alla guida dell´Ulss per i prossimi tre anni è «frutto di un quinquennio di incomunicabilità e di scelte non condivise», denunciano i direttori ospedalieri, «mettendoci nella condizione di vivere forte disagio e grande preoccupazione per la situazione in cui ci troviamo a lavorare».
E rincarano: «Il modus operandi del dottor Dall´Ora ci estromette dall´obiettivo che dovrebbe essere comune di assistere al meglio i nostri pazienti: prende decisioni quasi sempre in assoluta autonomia senza alcuna condivisone con gli attori principali dell´assitenza sanitaria. E, peggio ancora, nell´intervista fatta venerdì a L´Arena, lancia accuse a senso unico verso scelte regionali, inerzie dell´assessorato, sentenze di giudici, insipienza di primari e medici, comportamenti equivoci di personale tecnico». Morale: «Così non possiamo più fare sanità, la 22 è a rischio di smontaggio e la qualità dei servizi ne risente: Zaia intervenga prima che salti per aria tutto».
Presidente, adesso la patata bollente è nelle sue mani: cosa intende fare?
Innanzittutto voglio ricordare che per me, al primo posto, in assoluto, prima di tutto e tutti, vengono gli ammalati e il loro diritto ad avere una sanità di qualità. Messa in sicurezza questa priorità, il resto passa in secondo piano, ossia diventa funzionale al raggiungimento dello scopo. Non voglio, sia chiaro, che si facciano battaglie sulla pelle della gente: chi non l´ha capito, con me non ha spazio.
Ma pare che nella 22, alla fine, sia proprio la gente a rimetterci: i primari mettono sotto accusa una direzione che subordina il diritto alla cura alle logiche di bilancio.
A scanso di equivoci parlo chiaro, i giri di parole non fanno per me: ho massima fiducia nel direttore Dall´Ora, sostengo che sia uno dei migliori amministratori che abbiamo in Veneto tanto che a fine mandato l´ho riconfermato fino al 2015. Detto questo, se si sono create tensioni tra le parti, faremo di tutto per sanarle.
Questo suo atto di fiducia totale al dg spiazzerà i sanitari – dai primari agli infermieri – che dopo anni di tentativi a vuoto per trovare un´intesa con Dall´Ora hanno giocato l´ultimo asso a loro disposizione: l´intervento dall´alto di Venezia.
E anche qui parlo chiaro: se vogliono la testa di Dall´Ora, se qualcuno in fase di riconferma dei direttori generali delle Ulss l´ha loro promessa, evidentemente hanno avuto garanzie sbagliate e altrettanto evidentemente si sono rivolti ad interlocutori che non contano niente. Puzza di strano tutta questa faccenda….
Cos´è che non le torna?
Che tutto d´un colpo è scoppiata la rivolta dei dottori della 22: ma prima di oggi perchè nessuno è venuto a parlarmi, a raccontarmi le cose che non andavano? Perchè scopro solo adesso che la sanità lì sarebbe allo sfacelo? Forse perchè, ripeto, qualcuno non in grado di farlo aveva promesso un “cambio” che non c´è stato. Sono presidente del Veneto da tre anni e nessuno da Bussolengo è mai venuto a lamentarsi di Dall´Ora. La sede ufficiale della Regione, dove si discutono queste cose, è palazzo Balbi a Venezia, non ce n´è un´altra: forse gli scontenti della 22 hanno bussato alla porta di chi non è autorizzato a garantire alcunchè, forse hanno avuto per interlocutori personaggi sbagliati.
Cassa quindi, presidente, la richiesta d´intervento fatta dai primari, dagli infermieri, dai sindacati, da chi insomma la sanità a Bussolengo la fa in corsia tutti i giorni: non è poca gente, il mal di pancia è corale.
Assolutamente no, non resto indifferente alla situazione e intendo occuparmene in prima persona. Ripeto solo che il mio “diktat” è fare buona sanità per i cittadini sopra tutto e tutti; il diritto alla cura della gente viene prima delle ragioni dei manger e dei medici: se nella 22 il clima si è guastato, se non c´è più armonia dentro l´ospedale, se le parti chiamate a prestare questo servizio alla collettività vivono forti tensioni, bisogna assolutamente rimettere insieme i pezzi. Ma non lo farò mandando via, come qualcuno vuole, il direttore generale. Assolutamente no, non è questa la via. I panni sporchi, poi, si lavano in casa: sarebbe stato meglio evitare i processi mediatici perchè non fanno altro che danneggiare gli utenti e non portano da nessuna parte.
E come intende ricomporre la rottura, se si può dire?
Prendendo atto del malcontento dei primari ma riconfermando nel contempo fiducia al direttore generale Dall´Ora: siccome una soluzione va trovata nell´interesse di tutti e di una civile convivenza, è meglio mettersi nell´ottica di collaborare per raggiungere questo obiettivo. Se c´è bisogno di un mediatore, quello autorizzato è la Regione e qui in Regione troveremo il modo di superare le criticità della 22, basta che ci sia la disponibilità delle parti a volerle risolvere. Se il confronto medici-direzione è diventato impossibile, troveremo la persona in grado di “tirare” le fila in modo che si torni a parlare.
L´arduo compito passa quindi al segretario generale della sanità veneta, il dottor Mantoan.
Sì, potrebbe essere lui l´uomo giusto. E concludo con una riflessione che può fare da morale a quanto sta accadendo a Bussolengo ma che può andare bene per tutte le altre Ulss: sono consapevole che ai manager e ai medici chiediamo operazioni spiacevoli per far fronte alle risorse sempre più ridotte, è possibile quindi che si creino frizioni e incomprensioni, ma è dovere di chi amministra e di opera in prima linea ricomporle nell´interesse del principale e unico referente che è il cittadino. Tutto il resto, passa in secondo ordine.
L’Arena – 29 gennaio 2013