Un’interrogazione regionale solleva il problema delle spese. L’azienda replica. Nel 2011 e nel 2012 sono stati investiti in comunicazione un totale di 315 mila euro per un rotocalco. «Informiamo i cittadini, nessun costo»
In epoca di crisi e di diete dimagranti per l’intero comparto della sanità, scoppia il caso delle spese delle Ulss venete per le campagne di comunicazione in tv e i servizi informativi. Il polverone è stato sollevato da un’interrogazione presentata lo scorso novembre dal consigliere regionale di Verso Nord Diego Bottacin, che chiedeva dettagli su quanto sborsato dalle Ulss per gli spazi televisivi: le aziende sociosanitarie, infatti, spesso si affidano alle emittenti locali per far conoscere a un pubblico più vasto il nuovo servizio offerto o una particolare compagna di vaccinazione in partenza. Finalmente i numeri sono arrivati. La cifra complessiva per tutte le Ulss venete nel biennio 2011-2012 ammonta a circa 821 mila euro, ma il dato che balza all’occhio è certamente quello di Verona e dell’Ulss 20 che da sola avrebbe speso – stando al documento fornito – quasi un terzo dell’intera somma regionale: 169.360 euro nel 2011 e 146.287 nel 2012 per un totale di 315 mila euro. Dal quartier generale di via Valverde, tuttavia, arrivano rassicurazioni: «Tramite le televisioni informiamo i cittadini senza spendere un euro dei loro soldi». Com’è possibile ciò? Lo spiegano il direttore generale dell’Ulss 20 Giuseppina Bonavina e il capo ufficio stampa Claudio Capitini, che anzi si dicono orgogliosi di poter raccontare impegno ed energie investite nei loro progetti di comunicazione.
«L’Ulss 20 realizza dal 2003 un rotocalco aziendale settimanale dal titolo “Salute!”, che ne rappresenta l’organo di informazione istituzionale e che va in onda sulle tv locali, provinciali e regionali ogni settimana, da ottobre a giugno, per un totale di 35 puntate», fa sapere la Bonavina.
«Salute! è sempre stato realizzato a costo zero per l’azienda, potendo servirsi con trasparenza di “partner” della comunicazione, che pagano la produzione (realizzata da un Centro di produzione che si è aggiudicato regolare gara d’appalto) e il costo tecnico della messa in onda delle tv locali, quantificabile in poche migliaia di euro all’anno».
Si tratterebbe di circa 27 mila euro, distribuiti tra le due emittenti veronesi. I complessivi 315 mila euro, dunque, si riferiscono al costo globale della produzione e della messa in onda e comprendono anche gli stipendi di due giornalisti che collaborano al rotocalco. «Non un euro è pagato dai nostri cittadini. Anzi, con il ricavo pubblicitario di Salute! è praticamente azzerato anche il costo dei servizi informativi tramite video plasma e totem distribuiti in distretti, poliambulatori e ospedali», aggiunge Capitini. «Una vera e propria rete informatica che l’Ulss 20 sta realizzando con successo e che troverà sempre più implementazione nell’ambito del lavoro di informatizzazione ed informazione multimediale che stiamo progettando».
Il rotocalco aziendale è presente anche sul sito del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 20, sul portale aziendale e in un apposito sito su Youtube. «Va ricordato che il nostro rotocalco è realizzato secondo linee guida editoriali ispirate e governate da un Comitato scientifico di redazione», conclude Capitini, «così informiamo l’utenza sui servizi erogati, oltre a promuovere azioni di sensibilizzazione su stili di vita, tematiche di educazione sanitaria e di prevenzione».
Ma ci sono anche Ulss, come quelle di Feltre (la 2), di Venezia (la 12) o di Padova (la 16) che non hanno speso un centesimo. La Regione ha una linea precisa su questo tema?
Manuela Trevisani – L’Arena – 20 giugno 2013