La Commissione europea, nel suo rapporto sugli squilibri macroeconomici, spiega che la situazione e gli squilibri in 12 paesi Ue debbano essere «ulteriormente analizzati».
I Paesi sono Italia, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Ungheria, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Un altro gruppo di Paesi non viene di fatto “promosso” dall’analisi della Commissione europea: si tratta di Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia e Slovacchia. Per questi Paesi ci saranno delle raccomandazioni sulle politiche di bilancio e macro economiche nell’ambito nel “semestre europeo”.
Nelle ore in cui il commissario per gli Affari europei Olli Rehn sottolinea che Italia e Spagna «stanno agendo con determinazione» il rapporto della commissione Ue rileva invece come, in Italia, dall’inizio della metà degli anni ’90 «si è verificato un significativo deterioramento della competitività che dimostrata anche dalle persistenti perdite di quote di mercato». Il rapporto sugli squilibri macroeconomici nella Ue è una tappa importante del processo di supervisione delle politiche economiche. «Mentre l’indebitamento del settore privato è relativamente contenuto – si legge ancora nel rapporto – il livello del debito pubblico è una preoccupazione data specialmente dalla crescita debole e dalle debolezze strutturali» dell’economia italiana.