I cittadini europei non hanno ancora dimenticato il panico collettivo provocato nel 2009 dalla minaccia mondiale causata dall’influenza da virus A/H1N1. E neppure la nube di cenere vulcanica islandese che lo scorso anno ha bloccato l’attività di decine di milioni di europei. Più recentemente, il focolaio di infezioni da E.coli che quest’anno ha cambiato in poche ore la dieta degli europei che hanno smesso di mangiare verdure. Sono alcuni degli esempi, con conseguenze tragiche – il decesso di persone e gravi problemi economici – a cui Bruxelles e più che mai decisa a dire «basta».
Così su iniziativa del commissario Ue alla salute, Joe Dalli, oggi la Commissione ha proposto misure più efficaci per proteggere la salute dei cittadini da vari tipi di minacce a carattere transfrontaliero.
Cosa cambia con le nuove proposte? In primo luogo, l’Ue può dichiarare un’emergenza europea di salute senza attendere, come è avvenuto in passato, l’Organizzazione mondiale della sanità. Questo permetterebbe di accelerare la messa a disposizione dei farmaci, grazie anche – è un’altra novità – ad un acquisto congiunto di vaccini, che resterebbe però una decisione volontaria per i singoli Stati membri. Basti pensare che con la pandemia di influenza A-H1N1 i singoli governi (esclusa la Polonia), hanno acquistato milioni di dosi di cui una buona parte sono rimasti inutilizzati con costi elevati per i bilanci nazionali. La sola Olanda ha mandato al macero quasi 18 milioni di dosi e lo stesso sta facendo la Germania.
Ulteriore novità lanciata dal commissario Dalli è la possibilità, in casi di grande emergenza, di prendere misure sanitarie provvisorie alle frontiere, quando le misure nazionali non riescono ad arrestare la propagazione della malattia, provocando dei decessi. Un esempio concreto: in circostanze eccezionali, potrebbe essere richiesto alle persone che viaggiano da un Paese all’altro di avere a disposizione un certificato medico. O ancora, chi sbarca negli aeroporti con alcuni sintomi, deve essere messo in quarantena, o ricevere consigli di viaggio. Su base scientifica poi, l’estensione delle regole ad altre minacce sulla salute (biologiche, chimiche o ambientali) porterebbe Bruxelles ad installare una rete provvisoria per la valutazione del rischio, mentre verrebbe creato un unico Comitato di sicurezza per la salute riunendo quello per le malattie infettive con quello informale esistente.
8 dicembre 2011 – sanita.ilsole24ore.com