Mega udienza preliminare ieri davanti al giudice di Rovigo Alessandra Testoni per le diciotto persone – allevatori, macellatori, alimentaristi zootecnici e veterinari – per cui il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sui bovini “dopati”.
Secondo l’accusa una catena che puntava a gonfiare illecitamente il bestiame usando sostanze anabolizzanti e cortisonici per risparmiare tempi di allevamento e denaro. Le accuse a vario titolo sono di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari,commercio di sostanze alimentari adulterate e di medicinali pericolosi, esercizio abusivo delle professioni di veterinario e farmacista,favoreggiamento, falso ideologico, abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato. L’inchiesta dei carabinieri dei Nas era partita più di cinque anni fa e aveva portato nell’ottobre 2007 a sette arresti e 17 denunce.
Ieri l’udienza, durata tutta la giornata, è partita subito con un colpo di scena con l’esclusione della costituzione di parte civile dell’Ulss 19, l’azienda sanitaria più toccata dall’inchiesta, con tre veterinari dipendenti indagati, tra cui Roberto Crepaldi, già responsabile del servizio sanità animale e nello stesso tempo proprietario di due allevamenti ad Adria, ritenuto il fulcro dell’organizzazione. Il giudice ha accolto, infatti, le eccezioni delle difese ritenendo “tardiva” la costituzione presentata dal legale dell’Ulss a causa di un vizio formale nella delega. Anche le eccezioni sulla competenza territoriale hanno contribuito a sparigliare il quadro. Inoltre il Gup Testoni non ha accolto alcuna richiesta di patteggiamento (l’accordo era stato raggiunto per sei imputati). Al termine dell’udienza il giudice ha rinviato al 15 novembre, decidendo però il trasferimento degli atti per comptenza territoriale alla Procura di Padova per Giulio Francese, macellatore di Agna (Padova), Angelo Longhin, macellatore di Piove di Sacco (Padova) e Fabio Mingardo, tecnico della prevenzione dell’Ulss 17, di Monselice. La posizione di Claudio Anali, mediatore di bovini di Monselice, è stata “smembrata” con quattro episodi trasferiti a Padova e due rimasti a Rovigo. Il giudice ha poi dichiarato la competenza del tribunale di Mantova per Vincenzo Boccia, napoletano residente in quella città, e quella del tribunale di Ferrara per Hakim Hormi di Mesola e Gino Miotto di Codigoro.
Gli altri imputati rimangono nel procedimento rodigino. Sono, oltre a Crepaldi, Maurizio Angeli, rappresentante di prodotti zootecnici di Boara Polesine, Franca Bozza di Boara Polesine, Ulisse Marcato di Correzzola (Padova), Patrizio Menato, allevatore di Mesola, Massimo Oliviero di Ariano, Attilio Piselli, allevatore di Perugia, Nicola Mezzanato, allevatore di Porto Viro che è stato ammesso al rito abbreviato. Con loro anche altri tre veterinari all’epoca dei fatti in servizio all’Ulss 19: Roberto Scarparo, Matteo Braga, e Nicola Tiengo. Quest’ultimo, però, è indagato per una vicenda di presunto peculato contestato in epoca successiva.
Il Gazzettino – 22 giugno 2011