Il titolo arriva dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che twitta: «OpenExpo, con la trasparenza on line disponibili dati e informazioni per tutti». OpenExpo è un sito e una scommessa: sul portale presentato ieri, frutto della partnership fra Expo 2015 e Wikitalia e sostenuto dal Dipartimento della Funzione Pubblica, chiunque può navigare e trovare ogni sorta di informazione su tutto quanto riguarda l’evento di Milano.
L’elenco delle società fornitrici e gli stipendi dei dirigenti, le gare appaltate e quelle da appaltare, le società escluse e quelle al lavoro, ma anche la tempistica di ogni porzione di cantiere. Spulciando tra i molti dati caricati si trovano anche curiosità. Come i 39 mila euro per le cravatte di Marinella e le spese di trasporto del plastico di Padiglione Italia: 20 mila euro, più 2.200 per spostare il modellino tra Milano e Roma. Con un clic (un po’ di competenza e un po’ di pazienza) si può anche visualizzare l’immagine di ogni singolo appalto, lo stato di avanzamento lavori, le spese, le eventuali varianti e così via.
Il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, è certa che il progetto ci aiuterà a «recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini, che in questi anni i partiti ed i governi hanno logorato. Per recuperarlo bisogna utilizzare le nuove tecnologie, che devono diventare ordinaria amministrazione». L’aggiunta: «Fatti di cronaca alla quale non avremmo voluto assistere non si sarebbero verificati se avessimo avuto strumenti del genere a disposizione». E se il suo collega Maurizio Martina, ministro con delega all’Expo, spiega che «scommettiamo su una sperimentazione unica per il nostro Paese», il commissario unico dell’esposizione, Giuseppe Sala sottolinea l’ulteriore vantaggio: «Prima mandavamo quintali di carta all’Autorità dei Lavori Pubblici e non ricevevamo un ritorno. Ora sappiamo che serve un controllo in tempo reale e con questo portale siamo sicuri di averlo». In questo modo «cogliendo gli spunti ricevuti dal premier, dai ministri e dal dottor Raffaele Cantone che sta vigilando sulle procedure di Expo, abbiamo fatto un buon lavoro e siamo pronti a tappare le falle che in un’operazione così complessa ci potranno essere».
Il progetto è diviso in due parti: l’Amministrazione trasparente è una sezione del sito www. expo2015.org che riporta le informazioni previste dal decreto legge 33 del 2013. Ci sono gli stipendi dei dirigenti, ad esempio, il cui costo annuale è di oltre 6 milioni di euro (per 24 persone) a fronte di 224 assunti con varie competenze per una spesa totale 19 milioni e 600 mila.
Nel sito dati.openexpo2015.it ci sono invece le informazioni della società elaborate da Wiki-Italia. Un cruscotto, disegnato proprio come quello delle auto, pubblica i dati sugli affidamenti di beni e servizi e di opere: in questa sezione leggiamo, ad esempio, che finora sono stati fatti appalti per 574.720.943 euro e che l’incidenza delle varianti ha già raggiunto quota 34.200.155. Abbiamo lo stato dei singoli cantieri: se sono in corso, sospesi, (come una parte di quelli per le Vie d’Acqua) o conclusi, la percentuale di giornate lavorate su quelle contrattualizzate (8.398 su 13.171). E ci sono anche le lancette con il rischio di ritardo, con la freccia rossa per un paio di padiglioni di Expo in uno stato lavori molto arretrato.
E mentre Expo si mette online («Un modello di gestione dei soldi pubblici che dovremo riproporre», ribadiscono i ministri), il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha incontrato ieri i vertici del Padiglione Italia per la controversa questione dell’Albero della Vita, destinato a essere simbolo di Expo. «Su molte cose abbiamo adesso un quadro più chiaro», ha ammesso Cantone. Ma i tecnici della presidente Diana Bracco dovranno presentare, in un paio di giorni, una «relazione dettagliata», in particolare sul ruolo di Marco Balich, ideatore del «concept» del Padiglione Italia e sul cronoprogramma.
Elisabetta Soglio – Corriere della Sera – 12 settembre 2014