La metà sono dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla. Sanzioni più severe anche per abbandoni e uccisioni. Niente Iva per cure e ricoveri veterinari. Stop alla mattanza di conigli. Cani e gatti nello stato di famiglia. Tutte proposte però ferme al palo
La grandezza e il progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali, diceva Gandhi. Se così fosse, guardando alle iniziative legislative in difesa degli stessi, l’Italia sarebbe di certo nella shortlist. Solo sulla carta, però, visto che delle 87 proposte presentate da tutti i gruppi parlamentari, di cui la metà a firma dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, neppure una ha iniziato il proprio iter in commissione.
SANA COSTITUZIONE Nel lungo elenco, comunque, c’è di tutto: norme più severe per chi abbandona, maltratta e uccide animali; esenzioni e detrazioni fiscali per cure e ricoveri veterinari; modifiche alla Costituzione per garantire le giuste tutele; norme sui cimiteri per gli animali da compagnia; un numero unico di pronto intervento per gli animali vittime di incidenti stradali. Il Movimento 5 Stelle chiede addirittura una legge contro la zooerastia per contrastare le sevizie sessuali a danno degli animali, una pratica, sottolinea la prima firmataria del provvedimento, Loredana Lupo, “che contrariamente a quanto si possa pensare è abbastanza diffusa”.
DIETRO LE SBARRE Diverse le proposte che modificano il codice penale. Troppo morbide, ad esempio, vengono giudicate le sanzioni per chi abbandona gli animali. L’idea di Pd e Scelta civica è di raddoppiare la multa portandola fino a 20mila euro. Ma c’è chi, come Tancredi Turco, ex M5S ora nel Misto, chiede di portare da uno a due anni e mezzo la reclusione e di aumentare a 25 mila euro la sanzione amministrativa. Anche Monica Cirinnà vuole aggiornare il codice penale contro chi “per crudeltà o senza necessità” è responsabile della morte di un animale, proponendo da 2 a 6 anni di carcere e una multa fino a 90mila euro in tutte le ipotesi di traffico delle specie protette. Per la senatrice Pd, inoltre, va punito con il carcere (fino a 4 anni) anche chi semplicemente partecipa ai combattimenti clandestini fra animali.
CONIGLI ALLA RISCOSSA La coppia Brambilla ed Emanuela Granaiola, senatrice dem, si schiera al fianco dei conigli, chiedendo di interromperne la ‘mattanza’ e di considerarli a tutti gli effetti animali d’affezione e non da cuocere in padella o al forno con le patate. Da qui il divieto di vendere e di consumare le loro carni e di commercializzare le loro pelli e pellicce. Per i trasgressori, fino a due anni di carcere e multe che possono arrivare a 100 mila euro. Quando si tratta di animali, Brambilla è un fiume in piena. Nelle sue 40 e più proposte la parlamentare di Forza Italia mette sul piatto il divieto di sperimentazione; di allevamento, cattura e uccisione di animali per la produzione di pellicce; di caccia; di allevamenti intensivi; di consumo di carne di cavallo; l’istituzione dell’Ufficio del Garante per i diritti degli animali (anche qui insieme a Granaiola) e del Servizio sanitario veterinario mutualistico; la detraibilità delle spese sostenute per la cura di animali da compagnia; lo stop alla macellazione di animali troppo giovani.
TUTTO IN FAMIGLIA Ancora: Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto del Senato e la deputata di Scelta civica Valentina Vezzali, vogliono invece che la Costituzione riconosca agli animali il diritto alla vita, alla salute e ad un’esistenza “compatibile con le proprie caratteristiche etologiche”. Elvira Savino (Fi), sollecita criteri omogenei su tutto il territorio nazionale per la sepoltura; il suo collega di partito Paolo Russo chiede che cani e gatti entrino nello stato di famiglia; in 4 proposte di legge si chiede che i circhi rinuncino a leoni, elefanti e a tutti gli altri animali che ruotano attorno al mondo circense. E poi, chiede ancora la coppia Brambilla-Castiello, che i cani abbaino e i gatti miagolino liberamente, senza rischiare l’allontanamento coatto da casa. Difficile, però, varare una simile ‘amnistia’, visto che i litigi causati dalle ‘immissioni sonore’ dei cuccioli, dicono le statistiche, sono circa 35 al giorno.
BESTIE A RAPPORTO Agli italiani, confermano le statistiche, piace avere con sé cani, gatti, pesci e uccellini: nelle nostre case, dice il rapporto Eurispes 2016, vivono almeno 60 milioni di animali domestici. A volte, più di uno: il 22,5 per cento possiede un esemplare, il 13 per cento due o tre. E quasi 8 italiani su cento tengono in casa più di quattro animali. I cani sono 7 milioni, quasi otto i gatti, con gli uccellini si sale a quota 13, mentre con i pesci di vario genere si sfonda il muro dei 30 milioni, un paio di milioni sono i roditori, un milione e mezzo i rettili.
LO DICE L’EUROPA L’amore per gli animali, del resto, non è di oggi, come conferma la linea adottata dall’Ue fin dal 1987 con la Convenzione per la protezione degli animali da compagnia, in vigore dal 1992. Nero su bianco fissa un principio fondamentale: gli animali non sono ‘cose’ ma ‘esseri senzienti’ e come tali vanno considerati e trattati. Anche dalla legge. E c’è da scommettere che nonostante la Brexit gli inglesi resteranno ‘in Europa’, almeno sul versante della difesa degli animali, pur di proteggere i loro adorati cavalli, cani e gatti.
Il Fatto quotidiano – 26 settembre 2016