Morta una turista ventisettenne per un caso di meningite fulminante. L’azienda sanitaria ha già fatto scattare tutte le procedure di profilassi per casi come questi. In stretto contatto con la Prefettura di Venezia, è stata avviata anche l’indagine epidemiologica per risalire ad eventuali contatti stretti avuti dalla ragazza nell’arco degli ultimi giorni, da prima cioè che i sintomi si aggravassero al punto da richiedere il ricovero.
La morte risale a ieri nell’ospedale di Dolo. Disperati gli amici che si trovavano in vacanza con la vittima. Si tratta di una ragazza di 27 anni, di origini polacche, arrivata a Mestre insieme ad un gruppo di amici per visitare Venezia.
Nei giorni scorsi, l’aggravarsi di alcuni sintomi aveva spinto la ragazza e il gruppo di conoscenti con cui si trovava in Italia a svolgere alcuni accertamenti i cui risultati, in effetti, erano incontrovertibili. L a ragazza è stata infatti colta da una meningite fulminante, una forma di patologia rara ma estremamente grave, che può avere conseguenze anche letali.
La forma fulminante si verifica in una piccola percentuale di tutti i casi di meningite batterica, la quale può essere contratta a ogni età. L’agente infettivo più temuto è il meningococco. In Italia, il meningococco C è il sierotipo più aggressivo e si riscontra più frequentemente insieme al ceppo B.
Sta di fatto che dopo la scoperta del caso di meningite, la ragazza è stata trasportata d’urgenza nell’ospedale di Dolo L’Usl 3 ha avviato subito la profilassi. «Da subito ci siamo messi in contatto con la Prefettura», assicura il direttore generale dell’Usl 3, Edgardo Contato, «il monitoraggio riguarda un paio di persone che sono entrate in contatto con la ragazza, tra cui chi le ha fatto l’accoglienza in albergo. Stiamo anche cercando di ricostruire i movimenti degli ultimi giorni. È già in corso un’indagine epidemiologica La situazione è comunque sotto controllo».
In caso di meningite da meningococco e, in misura minore, da Haemophilus influenzae di tipo b, i contatti stretti del malato hanno un rischio di ammalarsi superiore rispetto alla popolazione generale.
Per questo motivo, come spiegano le linee guida delle aziende sanitarie, è indicata la profilassi antibiotica e la sorveglianza sanitaria.
Sono classificati come “contatti stretti” del malato e devono quindi ricevere la profilassi antibiotica: chi ha dormito nella stessa casa o mangiato allo stesso tavolo del malato, chi è stato esposto alla saliva del malato (attraverso baci, stoviglie, spazzolino da denti, giocattoli), chi ha condiviso l’abitazione o un ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza) o lo stesso mezzo di trasporto per viaggi di alcune ore, il personale sanitario direttamente esposto alle secrezioni respiratorie (ad esempio, durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca) senza protezione.
La Nuova Venezia