È quanto emerge dal Report pubblicato in occasione della Giornata mondiale della tubercolosi, che si celebra il 24 marzo. Ammon (Ecdc): “Il rafforzamento tempestivo della prevenzione, test e cure sono elementi chiave nella lotta contro la tubercolosi. I Paesi devono agire ora”. Kluge (Oms/Europa): “Le autorità nazionali rafforzino i programmi di test per la Tbc e applichino le più recenti linee guida dell’Oms”
Dal 2020 al 2022, nella regione europea dell’Oms, sono stati quasi 7mila i decessi in eccesso per tubercolosi rispetto a quanto previsto dagli esperti sulla base delle stime pre-2020. Un aumento della mortalità che non si sarebbe verificato se gli sforzi di diagnosi e trattamento della tubercolosi non fossero stati interrotti durante la pandemia.
Ma non solo, Quello che più preoccupa è che la prevalenza della tubercolosi resistente ai farmaci continua ad aumentare.
È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sulla sorveglianza e il monitoraggio della tubercolosi dell’Ufficio regionale dell’Oms Europa e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) pubblicato ogni anno in previsione della Giornata mondiale della tubercolosi, che si celebra il 24 marzo. I dati più recenti, mostrano quindi una Regione europea che si sta riprendendo, ma sta ancora subendo l’impatto della pandemia di Covid-19 su test, diagnosi e cura della tubercolosi.
“Il nostro ultimo rapporto rivela una situazione straziante e del tutto prevenibile: le persone affette da tubercolosi non sono state protette durante la pandemia e 7mila hanno perso inutilmente la vita a causa delle interruzioni dei servizi per la tubercolosi – ha dichiarato Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Oms/Europa – il rapporto rivela anche un’altra tragedia in evoluzione e prevenibile: la prevalenza della tubercolosi resistente ai farmaci continua ad aumentare. Esortiamo le autorità nazionali a rafforzare i programmi di test per la tubercolosi, a diagnosticare tempestivamente e ad applicare le più recenti linee guida dell’Oms”.
Secondo il direttore dell’Ecdc, Andrea Ammon: “All’indomani della pandemia di Covid 19 abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi di eliminazione della tubercolosi. Il rafforzamento tempestivo della prevenzione, dei test e delle cure sono elementi chiave nella lotta contro la tubercolosi e qualsiasi ritardo si traduce in ulteriori sofferenze e decessi. I Paesi devono agire ora e l’Ecdc rimane impegnato a collaborare e sostenere i paesi dell’Ue/See nei loro sforzi per porre fine all’epidemia di tubercolosi”.
Casi segnalati I dati mostrano un aumento del numero di diagnosi rispetto all’anno precedente. Nel 2022, 38 dei 53 Stati membri dell’Oms/Europa hanno segnalato un aumento delle notifiche di tubercolosi. Il numero totale complessivo ha superato i 170mila casi (rispetto agli oltre 166mila casi del 2021), di cui oltre 36mila casi sono stati segnalati nell’Ue/See (rispetto agli oltre 33.500 del 2021).
“È probabile che questi numeri in aumento – spiega una nota dell’Ecdc – siano un’indicazione positiva del fatto che, in molti paesi, i servizi per la tubercolosi si stanno riprendendo dalle interruzioni della pandemia di Covid-19 e che più persone vengono diagnosticate e curate. È anche probabile che rifletta il ritardo delle diagnosi ritardate dovute alla pandemia”.
TB resistente ai farmaci e tassi di successo del trattamento Dal Rapporto emerge anche un dato preoccupante: in media, solo 6 trattamenti su 10 per la tubercolosi che utilizzano farmaci di prima linea hanno avuto successo nel curare l’infezione nei paesi dell’UE/SEE, mentre complessivamente nella regione europea 7 trattamenti su 10 per la tubercolosi hanno curato l’infezione dei pazienti. Si tratta dei tassi più bassi dell’ultimo decennio, che indicano possibili problemi con la compliance al trattamento e probabili lacune nel monitoraggio dei risultati del trattamento. Se correttamente pianificato ed eseguito, il trattamento della tubercolosi dovrebbe avere successo in circa 9 pazienti su 10 infettati da ceppi che rispondono agli antibiotici rifampicina e isoniazide.
Destano preoccupazione anche i segnali che indicano che la gestione della co-infezione da TBC e HIV non è ottimale. Solo il 48% dei pazienti affetti da tubercolosi e HIV nella regione europea dell’Oms e il 54% nell’Ue/See che hanno iniziato il trattamento per la tubercolosi nel 2021 sono stati curati.
Prevalenza dell’HIV nei casi di tubercolosi Nel 2022, la prevalenza dell’HIV nei casi di tubercolosi incidente è stata stimata al 12%, con una stima di 28mila casi di coinfezione nella regione europea. Nell’UE/SEE si sono verificati 13.436 casi di tubercolosi con stato HIV noto, quasi il 4% dei quali è stato segnalato come sieropositivo. I dati disponibili mostrano che una persona su cinque con co-infezione da HIV/TB nella regione europea non stava ricevendo alcuna terapia antiretrovirale (ART). Tuttavia, il quadro è lungi dall’essere completo, rileva il rapporto; solo 20 paesi hanno fornito informazioni sull’adozione della terapia antiretrovirale per l’HIV tra i pazienti affetti da tubercolosi e solo tre di questi si trovavano nell’Ue/See.
Su questo fronte, si sottolinea quindi la necessità di sforzi costanti per migliorare la segnalazione della co-infezione da HIV.
Eliminare la tubercolosi è possibile. “Monitorare i progressi verso gli obiettivi del nuovo piano d’azione per la tubercolosi per la regione europea dell’Oms 2023-2030 è difficile a causa della comunicazione limitata o assente di alcuni indicatori – avvertono Oms Europa ed Ecdc – solo 20 dei 30 indicatori descritti nel piano d’azione sono stati monitorati e valutati utilizzando i dati di sorveglianza di routine. È evidente la necessità che tutti i paesi della regione, compresi quelli dell’Ue/See, si concentrino sul miglioramento dei dati, rendendoli più rappresentativi e completi e utilizzando fonti diverse per integrare le informazioni di sorveglianza esistenti”.
Per accelerare gli sforzi necessari a raggiungere gli obiettivi di presa in carico della tubercolosi, l’Oms e l’Ecdc raccomandano quindi di: intensificare gli sforzi per trovare e trattare attivamente i casi non diagnosticati rafforzando i test per la tubercolosi e rendendo disponibili opzioni di trattamento preventivo a tutti coloro che ne hanno bisogno; realizzare la piena attuazione di regimi di trattamento aggiornati, brevi e completamente orali.
21 marzo 2024