Cinque allevamenti con centinaia di capi bovini sono stati messi sottosequestro da un’ordinanza del sindaco di Enna, Paolo Garofalo, in quanto sono stati trovati animali infetti da tubercolosi bovina.
Gli allevamenti infettati si trovano nelle contrade Manca D’Arso, Nicoletti, Priuta e Corefidato, dove i veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale, che effettuano dei controlli quasi settimanali, hanno rinvenuto il germe della malattia. In contrada Corefidato, gli allevamenti posti sotto sequestro sono ben due. Ovviamente, così come vuole la prassi, i bovini infetti sono stati affidati ai proprietari, che però devono seguire una serie di pesanti prescrizioni, pena l’abbattimento di tutti gli animali dell’allevamento. Le ordinanze emanate dal sindaco dispongono il cosiddetto “sequestro fiduciario”. I provvedimenti inoltre riguardano anche le altre specie sensibili, non solo i bovini, presenti in azienda, ma bisogna allertare anche eventuali allevamenti che si trovano nella zona ed evitare che gli stessi possano venire in contatto. Gli animali ammalati non dovranno entrare in contatto con altri capi di bestiame sani, non potranno muoversi né potranno riprodursi. Se gli allevatori rispetteranno queste prescrizioni, che veranno controllate dai veterinari, allora è possibile evitare che gli stessi animali vengano abbattuti. Non ci sono pericoli per chi eventualmente mangia la carne di bovini affetti da tubercolosi. La tubercolosi bovina è una malattia che è facile svilupparsi nel territorio ennese, molto a contatto con la zona dei Nebrodi, dove gli animali, specie i bovini, vivono alla stato brado, quindi a contato diretto con altri animali. Non ci sono pericoli di contagio con l’uomo anche se bisogna evitare di bere latte crudo, proveniente da bovini infetti o in caso di inalazione di goccioline infette. Le cinque ordinanze emesse dal sindaco impongono la distruzione totale dei feti o dei vitelli nati morti o morti subito dopo la nascita, quindi c’è la necessità di disinfettare tutti i locali dell’azienda assieme alle attrezzature, i mezzi di trasporto e i contenitori, entro sette giorni dalla eliminazione dei bovini infetti e comunque prima di ricostituire l’allevamento. Inoltre esiste il divieto di monta e di qualsiasi transumanza, in entrata o in uscita, a meno che non arrivi un’autorizzazione speciale dall’Azienda sanitaria.
redazione@vivisicilia.it – 10 novembre 2013