Un piano assunzioni per medici e infermieri per tamponare l’emergenza esplosa con l’applicazione dell’orario di lavoro Ue, che dal 25 novembre impone lo stop a turni “massacranti” in corsia. Lo prevede la legge di stabilità 2016. Senza specificare però numeri e finanziamenti. Non a caso, dopo aver incrociato le braccia il 16 dicembre con un’adesione del 75%, i sindacati dei camici bianchi hanno già annunciato altre 48 ore di sciopero a gennaio. Perché la nuova norma, affermano, è l’ennesimo «gioco di prestigio» di proroga del precariato. In effetti l’iter che le Regioni sono chiamate a seguire per arrivare ai sospirati concorsi è lungo e complesso. I governatori dovranno partire da una riorganizzazione dell’esistente per stimare i reali fabbisogni alla luce delle parole-chiave che ormai da anni caratterizzano gli interventi sul pianeta sanità: appropriatezza e lotta agli sprechi.
Le Regioni che non avranno ancora provveduto dovranno quindi applicare il regolamento sugli standard ospedalieri (Dm 70/2015), all’insegna del taglio dei posti letto e quindi dell’ottimizzazione del personale. Ma non troppo: per la terza volta si registra il dietrofront del legislatore sulla verifica straordinaria delle inidoneità del personale, da sempre sacca di potenziale inappropriatezza. Di recente, uno studio del Cergas Bocconi ha stimato ben 80mila operatori Ssn con «limitazioni». Anche questa volta, per la resistenza delle categorie, durante l’iter di approvazione della manovra la norma è stata stralciata. Quindi la riorganizzazione del personale e la verifica dei fabbisogni restano affidate all’applicazione degli standard ospedalieri.
Solo dopo essersi adeguate al regolamento, le Regioni potranno presentare un piano-assunzioni in linea con la direttiva Ue sugli orari di lavoro (dlgs 66/2003). Il tutto, entro il 29 febbraio 2016, andrà trasmesso e sottoposto al vaglio di ben tre tavoli governativi, che dovranno dare l’eventuale via libera entro il 31 marzo. Nel frattempo, i buchi negli organici saranno colmati prolungando i contratti degli attuali precari e ricorrendo a forme di lavoro flessibile, ma solo fino al 31 luglio 2016, con possibilità di proroga al 31 ottobre. I concorsi potranno partire entro dicembre 2016 e dovranno concludersi entro fine 2017. Fino alla metà dei posti potrà essere riservata a tecnici, medici, infermieri già in servizio e con un’anzianità di almeno tre anni (maturata negli ultimi cinque) anche con contratti non continuativi. I contratti “flessibili” cui si fa riferimento nella norma sono le quattro tipologie del lavoro a tempo determinato, del lavoro in somministrazione, del contratto di formazione e lavoro e del lavoro accessorio. Restano esclusi i contratti di lavoro autonomo (partite Iva), cui le aziende ricorrono spesso.
Fin qui, il piano sugli organici. La manovra tace sul nodo risorse. Fondi necessari a rimpolpare un sistema che secondo la stessa ministra della Salute Beatrice Lorenzin potrebbe necessitare di circa 6mila operatori in più. «Stime al rialzo», secondo Lorenzin, «proprio per evitare sorprese». A trovare i soldi dovranno essere le Regioni, reimpiegando virtuosamente i risparmi ottenuti dalla centralizzazione degli acquisti di beni e servizi e dalle misure sull’appropriatezza – come l’acquisto di prestazioni da privati o il monitoraggio stretto sulle prescrizioni – in parte contenute anch’esse nella legge di Stabilità.
«Le Regioni non avranno problemi a recuperare i 300 milioni per le assunzioni. Che fosse ancorata al risparmio delle centrali uniche di acquisto o alla medicina difensiva, sapevamo tutti che era una scommessa che le Regioni possono accettare», ha mandato a dire la ministra ai governatori che subito provavano a stimare l’impatto sui budget. Ma dalla lotta alla medicina difensiva, per il momento, si potrà trarre poco risparmio.
Naufragato il tentativo di traghettare in manovra le norme del Ddl sulla responsabilità all’esame di Montecitorio, la manovra si limita a fare proprie le regole sul risk management, attivando percorsi di audit, formazione e assistenza agli uffici legali della struttura in caso di contenzioso e nella stipula di polizze o di contratti di auto-assicurazione.
Il Sole 24 Ore – 28 dicembre 2015