Il 26 settembre, la Guardia di Finanza di Pescara ha sgominato un’associazione per delinquere dedita alla truffa dei pascoli fantasma, con l’aggravante mafiosa. L’operazione, denominata “Transumanza”, ha portato all’esecuzione di 25 misure cautelari personali, nonché a 16 perquisizioni e a sequestri preventivi per un valore di circa 5 milioni di euro.
I fatti
Sarebbero 75 i soggetti e gli enti coinvolti, nella truffa, gli stessi avrebbero simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli.
In particolare, avrebbero costituito nuove imprese agricole fittizie, in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.
Una volta ottenuti i terreni, i truffatori avrebbero dichiarato di utilizzarli per l’allevamento di bestiame, ottenendo indebitamente contributi dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC).
I fondi pubblici indebitamente percepiti, pari a circa 5 milioni di euro, sarebbero stati poi reinvestiti in attività economiche riconducibili agli indagati, tra cui il traffico di droga e la gestione di attività imprenditoriali.
Le indagini
Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura di L’Aquila e svolte in collaborazione con il Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di L’Aquila ed il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, hanno preso il via nel 2021 e hanno consentito di accertare che il sodalizio criminale, sarebbe operativo già dal 2014. Le indagini sarebbero partite proprio a seguito di segnalazioni di anomalie nelle domande di contributo per il F.E.A.GA.
I finanzieri hanno effettuato acquisizioni documentali, intercettazioni di oltre 100mila conversazioni, 8.000 interrogazioni alle banche dati ed accertamenti bancari su più di 270 conti correnti.
Le attività investigative hanno consentito di ricostruire l’articolata attività criminale del sodalizio, che avrebbe operato in tutta Italia, con particolare riferimento alle regioni Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania.
I reati contestati
Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati a vario titolo dei reati di associazione per delinquere art. 416 c.p., truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche art. 640 c.p., autoriciclaggio art. 648 ter 1 c.p., reimpiego di proventi illeciti art. 648 bis c.p., e ricettazione art. 648 c.p.
In esecuzione dell’ordinanza di sequestro preventivo, sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore di circa 5 milioni di euro, tra cui terreni, veicoli, conti correnti e quote societarie.
Conclusioni
L’operazione “Transumanza” rappresenta un importante risultato per la Guardia di Finanza e per la Direzione Distrettuale antimafia di L’Aquila, che hanno contribuito a smantellare un sodalizio criminale dedito alla truffa e alle indebitdite richeste di contributi ai danni del bilancio nazionale e comunitario.
Il sequestro preventivo di beni mobili ed immobili dal valore di circa 5 milioni di euro rappresenta un colpo significativo per il gruppo criminale, che dovrà ora rispondere dei reati contestati.
L’operazione è anche un segnale importante per la lotta alla mafia, che continua a infiltrarsi in settori vitali dell’economia italiana, come l’agricoltura.
L’intera operazione ha dimostrato ancora una volta la determinazione della Guardia di Finanza nel contrastare la criminalità organizzata, a tutela della legalità e dei cittadini.