Truffa all’Usl 9, l’eurodeputato trevigiano Andrea Zanoni va all’attacco dei manager trevigiani che hanno guidato l’azienda sanitaria durante il periodo in cui Loredana Bolzan ha sottratto oltre 4 milioni di euro.
«In tutta questa vicenda stanno pagando solo i pesci piccoli», afferma Zanoni in seguito alle notizie sul’inchiesta della Corte dei Conti che messo nel mirino altri 15 dipendenti oltre alla Bolzan, «mentre i pesci grossi sono stati tutti premiati». La Corte dei Conti è infatti pronta a presentare le richieste di risarcimento. A fine mese, dunque, dovrebbero essere notificate le cifre agli interessati. «In seguito all’indagine condotta dalla Guardia di Finanza sulla maxi truffa messa in atto da Loredana Bolzan», spiega Zanoni, «il direttore generale Claudio Dario aveva licenziato i responsabili del settore economico finanziario dell’azienda sanitaria per le presunte condotte omissive tenute. Il provvedimento riguardava Mario Po’, Roberto De Nes e Luca Del Ninno ma è stato in seguito annullato dal Comitato Garanti della Regione Veneto: Del Ninno è diventato dirigente amministrativo a Padova, De Nes a Belluno, Mario Po’ è direttore di dipartimento all’Asl 12 di Venezia». L’eurodeputato del gruppo Alde (Alleanza dei Liberali e Democratici Europei) ora va all’attacco: «La truffa è stata scoperta casualmente e l’aspetto più grave è che chi ha lasciato un buco di 4 milioni di euro rischiava di farla franca. Chi doveva controllare non lo faceva e ora è stato addirittura premiato. Confido che i soldi vengano recuperati e restituiti ai cittadini trevigiani. Mi auguro che la magistratura contabile vada fino in fondo in tempi brevi e senza sconti. Mi auguro che non ci si accanisca solo con i pesci piccoli dopo aver fatto scappare quelli grossi: il fatto che i dirigenti dell’Usl sapessero che la Bolzan rubava appare quasi ovvio. Basti ricordare come l’ex dipendente ha rassegnato le dimissioni e come è stato scoperto l’ammanco: sembra chiaro che l’intenzione era di coprire tutto il marcio. È quanto meno singolare inoltre che un anno dopo la scoperta dell’ammanco al direttore Claudio Dario sia stato riconosciuto un bonus del 10% dello stipendio dopo essersi fatto soffiare sotto il naso 4 milioni di euro dalla sua dipendente». La truffa era iniziata a metà anni Novanta ed è proseguita fino al novembre 2007, quando i versamenti sono improvvisamente cessati. Il 18 febbraio 2008, Loredana Bolzan ha presentato le dimissioni volontarie dall’Azienda sanitaria, pur non avendo ancora diritto alla pensione. Gli ammanchi sono stati scoperti dieci mesi più tardi e per una circostanza casuale.
La Tribuna di Treviso – 5 luglio 2013