Nella Agrolip, che gestiva in regime di monopolio gli scarti di macellazione, c’erano 3.000 tonnellate di resti animali decomposti Il titolare è accusato di bancarotta fraudolenta e altri reati in un’altra indagine
Circa 3.000 tonnellate di carcasse di animali in avanzato stato di decomposizione che galleggiavano in un laghetto di liquami sul piazzale della Agrolip di Macchiareddu, alle porte di Cagiari. È la scena che si sono trovati davanti qualche settimana fa i militari del Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas), assieme ai colleghi del Nucleo operativo ecologico (Noe). I militari, ieri sono tornati allo stabilimento per notificare l’ordine di sequestro e sospenderne definitivamente l’attività. Lazienda è stata inoltre obbligata a fermare subito i conferimenti e smaltire tramite incenerimento, le carcasse stoccate nel piazzale. La Agrolip gestisce quasi in regime di monopolio gli scarti di macellazione in Sardegna. A causa del blocco di una delle linee di smaltimento le carcasse sarebbero così state lasciate nel cortile dell’impianto da mesi, senza farsi troppi problemi. Lazienda non avrebbe inoltre avvisato del fermo dell’attività nessuna autorità competente. I cattivi odori, si sentivano ormai a chilometri di distanza, tanto che a chiamare i carabinieri sarebbero state proprio le altre ditte della zona industriale. La procura di Cagliari indaga ora il titolare della Agrolip, Roberto Vivarelli, per disastro ambientale, trasporto di rifiuti pericolosi e discarica abusiva. Cui si aggiungono le ripetute inosservanze delle prescrizioni previste dalle autorizzazioni ambientali e sanitarie, oltre che di quelle legate alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Il sequestro è stato firmato dal gip di Cagliari, su richiesta del sostituto procuratore Giangiacomo Pilia. «Una situazione gravissima», conferma un investigatore, «perché gli uccelli che beccavano sulle carogne, alcune delle quali intere, potrebbero diffondere la peste suina africana». Non per niente in Procura, si starebbe inoltre valutando l’ipotesi di accusare la Agrolip anche di disastro doloso, legato al pericolo per la salute pubblica. Il sequestro dello stabilimento crea ora un problema all’intera filiera regionale. I mattatoi sardi dovranno infatti smaltire le proprie carni fuori dall’isola. Perché da quando è stata chiusa la Valorizzazione cardi sarde, ex Valriso, altra società di Vivarelli, la Agrolip era diventata un punto di riferimento, e non solo in Sardegna, per la gestione degli scarti di macellazione. L’ex Valriso, nella quale fino al 2000 deteneva una partecipazione anche la Regione Sardegna, è fallita nel luglio 2008 chiudendo lo stabilimento e licenziando i 71 dipendenti. Anche per questa vicenda Roberto Vivarelli è indagato dalla magistratura cagliaritana per bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, omesso versamento di ritenute e dichiarazioni contabili infedeli, assieme agii altre tre membri del consiglio di amministrazione della società (Giovanni e Giampiero Cozzo della provincia di Alessandria, con un passato nella produzione di ricambi d’auto, e Aleardo Antonio Giraudini, imprenditore romano). La guardia di finanza che segue le indagini per conto di un altro sostituto di Cagliari, Guido Pani, ipotizza che i responsabili dell’ex Valriso abbiano messo a bilancio dichiarazioni fasulle sull’esistenza di crediti per 8 milioni di euro, dando alle banche fatture false per ottenere l’anticipo di quelle somme, nascondendo al fisco ricavi per quasi 5 milioni di euro. Proprio per questo si indaga per bancarotta fraudolenta. L’ex Valriso avrebbe inoltre incassato contributi pubblici statali, dell’Ue e dalla Regione, per sette milioni, senza averne diritto. Per l’accusa il denaro sarebbe stato ottenuto, grazie a scritture contabili e bilanci taroccati, omettendo anche le necessarie comunicazioni di legge. In totale, la truffa ammonterebbe a 25 milioni di euro. Accuse gravi, quindi, per entrambe le società.
Terra, 5 novembre 2011