La famiglia come ammortizzatore sociale. La crisi ha gravemente inciso sui redditi delle famiglie italiane riducendone la capacità di risparmio.
“Durante la fase acuta della recessione, nel 2008-09, la caduta dei redditi familiari ha raggiunto in Italia il 4%, a fronte di una riduzione del Pil del 6%”. Non solo, ma 480 mila famiglie hanno dovuto sostenere un figlio senza lavoro. E’ quanto affermato dal vice direttore generale della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola al convegno a Genova ‘La famiglia un pilastro per l’economia del Paese’, sottolineando che “nella maggior parte degli altri paesi avanzati, il reddito disponibile lordo reale delle famiglie e’ invece cresciuto, nonostante la contrazione del prodotto”.
“Nella tarda primavera del 2009, nel momento di massimo impatto della crisi sul mercato del lavoro italiano, circa 480 mila famiglie abbiano sostenuto almeno un figlio convivente che aveva perso il lavoro nei dodici mesi precedenti”, spiega la Tarantola. “Nel biennio 2008-10 la quota di famiglie indebitate e’ diminuita dal 24 al 21%”, ha aggiunto Tarantola, secondo la quale “tale andamento e’ dipeso non solo da una minore domanda di prestiti, ma anche da una maggiore selettivita’ nella concessione dei finanziamenti da parte degli intermediari finanziari, che si e’ riflessa in un aumento della quota di famiglie che non hanno ottenuto, in tutto o in parte, il credito richiesto (poco piu’ di un quarto nel 2010, oltre il doppio rispetto agli anni precedenti la crisi)”.
“La crisi ha ampliato il divario tra la condizione economica e finanziaria dei giovani e quella del resto della popolazione”, ha affermato il vice direttore generale di Bankitalia, specificando che “tra il 2008 e il 2010 la quota di famiglie povere in base al reddito e alla ricchezza e’ cresciuta di circa 1 punto percentuale per il campione nel suo complesso e di circa 5 punti per le famiglie dei giovani”.
Agi – 4 aprile 2012