Fa discutere l’annuncio del governatore del Veneto Luca Zaia di voler avviare un piano 7 mila carotaggi nei 67 mila metri quadri di competenza della Miteni, all’intemo dell’impianto e nelle immediate vicinanze, per capire se siano presenti inquinanti, in che quantità e di che natura. Dall’azienda, immediata la reazione: «Restiamo a disposizione, dal 2014 già realizzate oltre 70 indagini del terreno». Ad animare il dibattito ci pensano però anche le opposizioni in Consiglio regionale.
Jacopo Berti e Manuel Brusco del Movimento 5 Stelle attaccano: «Alla buon’ora Zaia si è svegliato rendendosi conto che i carotaggi all’interno della Miteni e nei pressi, che chiediamo da anni, vanno fatti. Il materiale prelevato servirà a confermare, ulte riormente, l’entità del danno ambientale causato dai Pfas e ad individuare le responsabilità. Quello di Zaia è un ritardo inaccettabile, quindi il nostro sentimento è tutt’altro che positivo. Attendiamo con interesse i risultati finiti tutti sul groppone dei contribuenti veneti». Sulla stessa linea Andrea Zanoni, del Pd, e Critina Guarda di Alessandra Moretti Presidente: «L’artìcolo 242 del Codice Ambientale prevede che il Piano di caratterizzazione debba essere eseguito nei 30 giorni successivi all’individuazione dell’inquinamento. Visto che l’inquinamento da Pfas è stato rilevato da Arpav nel 2013, cos’ha, fatto Zaia in questi anni?».«Ci auguriamo almeno che i costi di questo Piano di siano a totale carico della Miteni e non venga speso un solo euro dei contribuenti».
Il Giornale di Vicenza – 22 febbraio 2017