Il caso è scoppiato quindici giorni fa a «Ballarò», teatro di uno scontro fra Marco Frey, presidente nazionale del Tribunale del Malato che accusa il Veneto di imporre i ticket più alti d’Italia, e il governatore Luca Zaia. Pronto a smentire «una notizia totalmente infondata». Ora la seconda puntata. Proprio nella nostra regione il Tribunale del Malato lancia la campagna contro il superticket e relativa raccolta di firme da consegnare al ministero della Salute.
«La quota pro capite di compartecipazione media italiana alla spesa sanitaria è di 47 euro — spiega Giuseppe Cicciù, neosegretario di Cittadinanzattiva-Tribunale del Malato — la più alta si registra in Veneto, con 61,6 euro a testa. Nel 2015 i veneti hanno speso 303,5 milioni di euro, in Sardegna 53,8 milioni, perchè il ticket di base è per legge fino a 36,15 euro. E noi abbiamo riscontrato che per determinate prestazioni in Veneto la compartecipazione è più alta. Anche perchè va sommata ai 10 euro del ticket sulla specialistica. E’ una vera tassa sulla salute e va eliminata».
Per firmare la petizione basta andare agli sportelli aperti dal Tribunale del Malato nei vari ospedali. «Il superticket danneggia non solo i cittadini, ma anche l’intero sistema sanitario, spingendo le persone a rivolgersi al privato o a rinunciare a curarsi — spiega Cicciù —. E’ necessario intervenire con urgenza per cancellarlo».
Ma la Regione non ci sta e stavolta la replica, altrettanto veemente, arriva da Luca Coletto, assessore alla Sanità: «Il Veneto è talmente contrario al superticket (i 10 euro sulla specialistica, che qui sono 5 per chi ha un reddito inferiore a 29mila euro, ndr ),che quando fu introdotto dal governo ricorremmo, purtroppo perdendo, alla Corte Costituzionale. Siamo di fronte a una vera tassa nazionale, perché non un euro rimane in Veneto: quei soldi vanno a Roma, come fu deciso con la manovra del 2011, per recuperare 2 miliardi per il Fondo sanitario nazionale. Abbiamo dovuto introdurlo obtorto collo, ma in maniera calmierata e per fasce di reddito. Prima il governo lo elimina e meglio è, e nel frattempo vorrei che si smettesse di utilizzare dati che non hanno alcun significato. Non solo — incalza Coletto — da noi non è applicato nessun ticket aggiuntivo regionale, ma siamo anche gli unici a non avere in vigore l’addizionale regionale Irpef sulla sanità».
Quanto ai 61 euro di spesa pro capite, l’assessore chiarisce: «La spesa risulta più alta semplicemente perché in Veneto curiamo tanto, più che altrove, il che significa più analisi, più prestazioni diagnostiche, più visite specialistiche e quindi il computo totale dei ticket statali riassunto in un numero non analizzato risulta più alto. Viene poi da chiedersi come mai altrove la spesa risulterebbe così bassa e se ciò non sia dovuto alle minori prestazioni erogate, al numero della popolazione assistita, o agli effetti dei molti evasori, contro i quali noi da tempo abbiamo lanciato una battaglia di legalità vincente. Se qui pagano tutti e altrove no forse non è il caso di buttare lì numeri che non illustrano la realtà, e capire perché ciò succede. Si comprenderà facilmente che i virtuosi sono ancora una volta i veneti». (M. N. M. – Corriere del Veneto)
In Veneto troppi ticket? Zaia contro Cittadinanzattiva: “Sgangherata polemica, non si gioca sulla pelle dei cittadini”
Dura replica del presidente del Veneto alle affermazioni dell’associazione che, citando i dati della Corte dei Conti, sostiene che i veneti pagherebbero una quota più elevata di ticket sanitari del resto dei cittadini italiani. Secondo questi dati in Veneto risulta effettivamente la quota procapite di ticket più alta d’Italia ma, secondo Zaia, questo non vuol dire che i cittadini della sua regione paghino effettivamente più ticket degli altri.
8 maggio 2016