Nutrie lunghe mezzo metro libere di passeggiare lungo i fossati delle mura, di tuffarsi nei canali, di divorare radici e piante acquatiche, di rendere franoso il terreno traforandolo come un gruviera.
Passanti che restano a bocca aperta e poi se la danno a gambe, vedendo trotterellare questi grossi roditori che, riproducendosi lungo tutto l’arco dell’anno, hanno ormai infestato il centro storico di Treviso. E a far loro compagnia sono pure i topi, comprese pantegane tanto grandi da far invidia a quelle veneziane, e piuttosto pericolose, veicolo di malattie infettive. Ma sono le inquietanti nutrie a tenere banco: solo pochi giorni fa era possibile ammirarne un esemplare a porta San Tomaso, tra lo stupore e lo sconcerto dei presenti. Le nutrie infestano il centro storico ma anche i quartieri. E infatti nelle ultime settimane in Comune sono fioccate le telefonate di protesta.
Almeno per il momento, però, chi protesta dovrà farsene una ragione: non ci sono i soldi né per monitorarle né per catturarle. Insomma: i roditori possono scorrazzare liberamente in città. E la spiegazione ha del paradossale: essendo le nutrie animali selvatici, la competenza non è del Comune ma dell’ente Provincia.
E infatti, subissato dalle telefonate, un mese fa il Comune di Treviso si è rivolto al Sant’Artemio per cercare di contenere la carica delle nutrie, stringendo un accordo per un piano di intervento. Ecco la risposta che Ca’ Sugana ha ricevuto dalla Provincia: «Dobbiamo coprire l’intero territorio provinciale e non abbiamo trappole a sufficienza, se non le comprate voi. Al massimo possiamo darvene due, ma poi deve essere il Comune a occuparsi del controllo delle trappole, ogni due ore».
Una risposta che ha azzerato le aspettative di Ca’ Sugana, che non ha soldi né per le trappole tantomeno per tenerle sotto controllo inviando un operaio comunale o un vigile. Una situazione grottesca. E che di sponda mette il dito nella piaga per quanto riguarda deratizzazioni e disinfestazioni: oggi il Comune ha tagliato drasticamente le risorse di questi capitoli di spesa. Risultato: in estate la città è invasa dalle zanzare, e durante tutto l’anno i topi nidificano beati. L’ennesimo allarme pantegane è scattato due mesi fa: a forza di nutrirsi degli avanzi dei ristoranti e dei sacchetti dei rifiuti buttati per strada, ossia di nutrirsi di cibo vero, i ratti della città hanno ormai imparato a girare alla larga dalle 3.500 gabbie piazzate dal Comune in tutto il capoluogo, con all’interno veleno camuffato da cibo.
«Mancano i fondi per intervenire»
«La Provincia, in effetti, non ha abbastanza trappole per nutrie: poteva darcene solo un paio, comunque troppo poche per il capoluogo. E noi non potremmo comunque tenerle sotto controllo». Allarga desolato le braccia l’assessore all’Ambiente Stefano Pimpolari (Pdl). Dell’allarme nutrie si è subito interessato, ma ha dovuto fermarsi davanti all’evidenza. E per le pantegane? «Abbiamo fatto una nuova derattizzazione poco prima di Natale, speriamo serva a qualcosa», dicono dall’ufficio Ambiente di Ca’ Sugana. Ma visto che le 3.500 trappole sparse per tutta la città non riescono più a fregare i topi, il capoluogo ora spera di ottenere benefici – tra qualche settimana – almeno dalla nuova derattizzazione di tutta la zona dell’Usl 9.
La Tribuna di Treviso – 14 gennaio 2013