Falle nel sistema informatico sfruttate per quasi 10 anni dalla dipendente. Medico in pensione fece scoppiare lo scandalo
È arrivata la prima sentenza di condanna per Loredana Bolzan, l’impiegata “infedele” dell’Usl 9 accusata d’aver sottratto oltre 4 milioni di euro all’Unità sanitaria locale di Treviso, sfruttando le falle del sistema informatico che veniva utilizzato per pagare le prestazioni ai medici e per gestire i bilanci.
Il giudice del lavoro Massimo De Luca ha infatti accolto le argomentazioni degli avvocati dell’Usl 9, Luigi Garofalo e Federico Vianelli, e ha condannato la Bolzan a pagare più cinque milioni di euro a titolo di risarcimento. La donna dovrà corrispondere anche gli interessi maturati. La sentenza è pesantissima, soprattutto leggendo il dispositivo. «La somma – puntualizza il giudice De Luca – è a titolo di risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dall’Unità sanitaria locale, relativamente alle condotte fuorilegge concretizzatesi negli anni 2007 e 2008 a causa dell’attività delittuosa posta in essere da Loredana Bolzan». La donna dovrà inoltre pagare all’Usl 9 le spese legali: altri 11.500 euro.
Loredana Bolzan finì sotto inchiesta a fine 2008 quando l’Usl 9 scoprì che aveva predisposto e fatto versare sui propri conti correnti, e su quelli di amici e parenti, i soldi di varie prestazioni mai eseguite e riferite a pazienti inesistenti. Non solo. I mandati di pagamento venivano redatti dalla Bolzan a nome di persone fittizie, ma poi girati su conti nella sua disponibilità. Un meccanismo perfetto che è andato avanti – secondo la ricostruzione degli inquirenti – per circa 10 anni, eludendo ogni controllo.
A smascherare Loredana Bolzan un banale errore materiale. Il medico dell’Usl Eros Travagli, in pensione da anni, si vide contestare un’evasione da 80mila euro. Chiese così lumi e si scoprì che quei soldi li aveva erogati e intascati Loredana Bolzan. Il bubbone esplose in modo clamoroso. Le verifiche contabili portarono a scoprire un ammanco da oltre 4 milioni intascati dalla “Bolzan & C.”. Per la donna scattarono l’arresto e una serie di sequestri. Intanto i soldi intascati dalla cricca erano svaniti a spese dell’Usl e dei cittadini. Ieri, però, il giudice De Luca ha presentato il conto all’impiegata infedele.
fonte: Il Gazzettino
30 ottobre 2010