Entro la fine di novembre, al Ca’ Foncello di Treviso e al San Valentino di Montebelluna, arriveranno i cani in corsia: cuccioli capaci di trasmettere tranquillità, affetto e con cui scambiare coccole per affrontare la malattia con un sorriso in più.
Accompagneranno nel percorso di cura i bambini del reparto pediatrico e di oncoematologia e i pazienti della psichiatria. «I risultati, nelle strutture in cui la pet therapy è già stata introdotta, sono molto positivi – afferma il direttore generale della sanità trevigiana Francesco Benazzi -. Gli studi sono avanzati e molte pubblicazioni rilevano che il contatto con un animale aiuta il bambino e il paziente a sentirsi in un contesto più affettuoso, sente calore e vicinanza». Come avere una famiglia pelosa anche durante il (più o meno) lungo percorso in ospedale.
Per quanto riguarda l’Usl 9 e l’ospedale di Treviso, il progetto «Coccole Pelose» è stato sostenuto e avviato grazie alla collaborazione dell’Ail, l’associazione italiana contro le leucemie. I tempi sono brevi, spiega Benazzi: il servizio sarà effettuato in una sala riservata e separata del reparto pediatrico, a richiesta e su prenotazione. Trattandosi di minori, il personale dell’Usl proporrà la pet therapy alla famiglia e saranno i genitori a dare o meno la loro approvazione.
«I cani saranno due, forse tre – continua il dg -. Niente conigli, gatti o criceti, che oltretutto possono provocare allergie, ma solamente cani. In reparto arriveranno solo animali addestrati e con padrone, non verranno da rifugi o canili ma avranno una formazione specifica per poter stare con i bambini. Stiamo concludendo in questi giorni il regolamento per l’accesso al servizio». Una coccola e una carezza, momenti di gioco e leggerezza, funzionano, a volte, quanto le medicine.
All’Usl 8 la pet therapy parte con la collaborazione dell’associazione «Angeli con la coda» e sarà introdotta sia nei reparti di pediatria che nel reparto di psichiatria del San Valentino di Montebelluna: i cuccioli potranno giocare con i pazienti nel cortile, «contesto più favorevole e spazioso anche per gli animali». L’iter per avviare il progetto dovrebbe essere concluso in questi giorni. «Partiamo con le Usl che ci avevano chiesto di poter introdurre il servizio – chiude il direttore Benazzi – ma se ci verrà richiesto metteremo in piedi lo stesso progetto anche per la Usl 7 e l’ospedale di Conegliano, facendolo diventare un modello da estendere in tutti i plessi dell’Usl provinciale di Treviso».
Il Corriere del Veneto – 8 novembre 2016