La legge e dice che quelle nomine, per il nuovo cda dell’ospedale di Motta controllato dall’Usl 9, spettavano alla giunta regionale. Le ha fatte l’Usl 9, con il l direttore generale Giorgio Roberti, per colmare il vuoto creatosi dopo la decadenza dell’intero cda.
E così ora la Regione vuole vederci chiaro: il consiglio veneto ha disposto un’ispezione, e gli uomini degli uffici regionali hanno acquisito la documentazione negli uffici del polo mottense e al quartiere generale dell’Usl 9. Un pasticciaccio che dietro l’aspetto della titolarità delle nomine vede questioni tutt’altro che legate a forma e prerogative in campo sanitario. Sul piatto il grandissimo peso specifico assunto dal polo mottense nel quadro della sanità regionale e della mappa del potere in Veneto. E cela tutta l’importanza economica di una struttura che in 10 anni, sotto la guida del direttore Alberto Prandin, licenziato in tronco quest’inverno, è passata da 5 a 28 milioni di fatturato. Aggiungiamoci che sul futuro del polo il centrodestra è diviso, in Regione e nella Marca, e si capisce come la partita sia delicatissima. Questa inchiesta interna della Regione ne fa adesso anche un autentico caso politico e amminsitrativo, dalle implicazioni infinite. Basti dire che si rischia – in linea teorica – la nullità degli atti adottati dal nuovo cda, se venisse dimostrata l’illegittimità delle nomine effettuate da Roberti. Tesi che il direttore generale e l’Usl 9, anche nei promemoria ufficiali consegnati agli ispettori regionali, respingono: a febbraio l’Usl 9 , con la lettera 13.803, chiede al segretario regionale della sanità, Domenico Mantoan, di poter procedere con le nomine, in linea con l’articolo 19 dello statuto dell’Oras, per coprire il vuoto creatosi, e l’urgenza di assicurare l’attività 2013 dell’Oras. In quei giorni, il governatore Zaia dà il nulla osta alla nomina a presidente di Maria Grazia Carraro, direttrice sanitaria dell’ Usl 7. Carraro è uno dei 4 consiglieri nominati dall’Usl 9 il 12 febbraio per rinnovare in toto il cda decaduto: gli altri sono il riconfermato Gianni D’Ascenzo, poi eletto vicepresidente dell’Oras, Sergio Dugone e Francesco Rizzardo, che diventerà il direttore in sostituzione del licenziato Alberto Prandin. La nomina di tutto il consiglio si era resa necessaria dopo le dimissioni di Nicola Petruzzi, uno dei consiglieri del socio privato, la casa di Cura di Abano (23,19% delle quote, 2 posti nel cda, l’altro soci+ il comune di Motta, l’1,81% e 1 posto in cda). E su questa 4 nomine nasce appunto il caso. Ancora a maggio, al servizio ispettivo regionale, la neopresidente dell’Oras, Carraro, invia un promemoria in cui ribadisce il carattere di «assoluta urgenza» nella condotta dell’Usl 9 e nella scelta di nominare i 4 nuovi consiglieri, pur restando in attesa «delle determinazioni finali della Regione». Forse, da Borgo Cavalli a Motta, nessuno si attendeva l’ispezione.
La Tribuna di Treviso – 2 agosto 2013