Non è vero che chi ha già avuto il Covid non potrà più tornare positivo, le esperienze sono già molte e non solo nella Marca. Nella grandissima maggioranza dei casi la seconda volta i sintomi sono di minore entità ma il contagio avviene ugualmente.
Nessuno si senta immune. E adesso spunta un caso quasi unico, quello di un medico trevigiano attualmente positivo per la terza volta in due anni: ha ricevuto regolarmente anche la dose booster e, nonostante questo, è da poco tornato infetto. L’ha rivelato ieri, con una certa sorpresa, il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi, assicurando che il collega sta bene: «L’abbiamo appena saputo. Ha fatto tre dosi di vaccino ed è positivo per la terza volta, asintomatico».
È un medico ospedaliero, attento e diligente sul lavoro: il rischio che gli operatori sanitari corrono però non è solo nei reparti: anche i contatti domestici e familiari sono potenziali veicoli del virus. Chiaramente il professionista non può tornare in servizio, ma lo farà appena possibile, trascorso il periodo di isolamento. Va sottolineato che gli operatori della sanità sono anche le persone più sottoposte a screening (assieme a ospiti e operatori delle case di riposo): i tamponi sono periodici, erano ogni dieci giorni e adesso, da quando l’epidemia è tornata a battere con violenza, vengono fatti ogni quattro. È più facile quindi che una positività, benché a bassa carica, venga individuata. E questo ultimo, singolare episodio dimostra che nemmeno dopo il secondo contagio si può essere sicuri di non essere nuovamente a rischio. «Sentiamo spesso i no vax dire che dopo essere risultati positivi non ci si ammala più, beh non è vero e ne abbiamo svariate prove – dice Benazzi -. Inoltre non è stato confermato che essere risultati infetti garantisca una carica anticorpale maggiore, non abbiamo prove. Prendere il Covid non immunizza. E continuo a stupirmi di chi rifiuta ancora di vaccinarsi, non li capisco. Ammalarsi, per chi non è vaccinato, è molto rischioso, è un virus che può portare conseguenze terribili». Fra i no vax, ultimamente, si sta diffondendo una folle ricerca di soggetti positivi con cui incontrarsi per contrarre la malattia, sviluppando anticorpi e ottenendo, di conseguenza, il green pass. «È come giocare alla Roulette Russa – commenta Benazzi -. È come avere una pistola puntata alla tempia con una sola pallottola e cinque camere vuote. Può andare bene, ma si rischia di finire in terapia intensiva, di stare molto male. Si rischia anche la vita. Nei nostri ospedali la gran parte dei pazienti non è vaccinato e l’immunità del ciclo completo si riduce notevolmente dopo il quarto mese. La dose booster è fondamentale per affrontare la variante Omicron». Anche ieri l’Usl 2 ha registrato un picco di nuovi contagi: 4.018 in 24 ore. Il 35% dei tamponi effettuati è risultato positivo. In dieci Comuni della Marca i residenti infettati nell’ultima settimana sono 2,5 ogni cento, e sono numeri esplosivi, potenzialmente molto rischiosi. «Ci aspettiamo che, a questo aumento enorme di positivi, corrisponda nei prossimi giorni un aumento dei ricoveri – chiude Benazzi -. Invito tutti a fare estrema attenzione e vaccinarsi».