Il Corriere del Veneto. Nel giro di una settimana il maxi-focolaio scoppiato nella comunità macedone residente nella Marca è arrivato 108 positivi: il virus ha viaggiato per centinaia di chilometri in auto o su pullman carichi di persone che rientravano dopo una vacanza nel Paese d’origine ed è stato scoperto dai tamponi o dal contact tracing dell’Usl 2. Benché la Macedonia del Nord sia uno dei territori a rischio (inseriti nella lista del Ministero) pochi si erano rivolti direttamente ai Covid-point per il test al rientro, ma dopo alcuni soggetti sintomatici è partito il controllo a tappeto e il cluster “diffuso” si allarga giorno dopo giorno, fra nuclei familiari, amici e conoscenti. E potrebbe non essere finito perché non è ancora completa l’identificazione di chi si trovava sulla corriera diventata vettore.
Fino a ieri mattina i contagiati erano 72; l’intensa attività di tracciamento del Sisp ha consentito di contattare e sottoporre al tampone altri contatti stretti e in 36 sono risultati a loro volta positivi. Tre persone sono ricoverate in ospedale: una donna di 37 anni e un uomo di 48 si trovano in terapia intensiva a Conegliano; un altro connazionale è assistito nel reparto di malattie infettive del Ca’ Foncello di Treviso. Un elemento di ulteriore preoccupazione è che nessuno di loro è vaccinato. L’Usl 2 ieri ha invitato tutti coloro che sono rientrati in Italia da Paesi a rischio negli ultimi dieci giorni di recarsi ai Covid-point per il tampone gratuito: l’obiettivo è evitare che i cluster diventino più grandi e numerosi.
I primi contagi sono stati scoperti pochi giorni dopo Ferragosto: «Di frequente i casi sono accomunati dall’aver condiviso il mezzo di trasporto – ha spiegato il dg Francesco Benazzi -, un pullman o mezzi di trasporto propri, senza gli adeguati accorgimenti relativi alla prevenzione della diffusione del contagio, e siamo già a 108 casi». Il virus ha viaggiato per ore senza mascherina, in spazi stretti, in abitacoli poco arieggiati.
«Quella macedone è una comunità molto unita e propensa all’aggregazione, forse meno propensa al vaccino – commenta il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi -. Invito tutti a venire nei nostri Vax-point, chi non si vaccina rimane a rischio anche se è giovane e sano, lo stiamo vedendo in queste settimane e nel caso di questi due cittadini macedoni, intubati in ospedale. In particolare chi lavora a contatto con alter persone, nell’industria o nei servizi, dovrebbe vaccinarsi per mettere in sicurezza sé stesso, i colleghi e i familiari».
Ieri il bollettino regionale assegnava alla Marca 200 nuovi casi; buona parte di questi sono proprio i macedoni tornati a Treviso, cittadini albanesi e dell’area balcanica fra i quali i contagi crescono. L’invito al tampone è molto urgente. L’estate scorsa, il rientro dalle ferie a casa delle badanti straniere aveva portato diversi casi di contagio. Quest’anno il fenomeno dovrebbe essere più contenuto, se non assente: «Le famiglie sono molto attente – sottolinea Benazzi -, per la maggior parte hanno chiesto alle assistenti domestiche di vaccinarsi, e questo ci rasserena perché sono protetti tutti, sia le lavoratrici che gli anziani. Ma la guardia deve restare alta»