Dalla Tribuna di Treviso. Stallo sulle nomine dei veterinari alla guida delle unità operative. La pandemia non aiuta, ma la Federazione veterinari e medici del Veneto (Fvm) invoca un intervento deciso da parte dei vertici della sanità regionale per sbloccare la situazione, facendo in modo che le aziende sanitarie procedano con i bandi per il conferimento degli incarichi.
«L’istanza riguarda anche l’Ulss 2» spiegano dal sindacato Fvm, «nell’estate del 2018 sono state messe a bando le direzioni delle quattro unità operative complesse veterinarie previste dall’atto aziendale. Ad oggi però è stato portato a termine un solo concorso, con la nomina del direttore definitivo dell’Area A. L’Area B è affidata a un facente funzioni e gli altri due servizi, C e D, sono attributi ad interim allo stesso direttore dell’Area A nonché direttore del Dipartimento di Prevenzione». Quest’ultimo, il dottor Stefano De Rui alle prese anche con la complessa gestione dell’emergenza pandemica in corso.
«Esprimiamo forte preoccupazione per un ritardo inspiegabile, ingiustificato e rischio per la salute pubblica» sottolinea la presidente (Fvm) Maria Chiara Bovo, «le competenze dei servizi veterinari, nel campo epidemiologico e del contrasto alle malattie infettive è centrale nel pieno di un’emergenza legata a una zoonosi. Avere servizi veterinari autorevoli e pienamente efficaci è indispensabile, non solo per una chiara definizione della catena di comando nel controllo ufficiale, ma soprattutto per la tutela della collettività e dei consumatori». Ricordando i focolai di Covid che la scorsa estate hanno colpito i macelli, tra cui l’Aia di Vazzola.