Un cagnolino costretto a stare per ore su un davanzale largo poche decine di centimetri. Dietro di lui la finestra chiusa e oltre il limite del cordolo, una decina di metri di altezza che alla minima perdita di equilibrio potrebbero costargli la vita.
Una situazione incredibile e pericolosa, che ha indotto i residenti di via Roana a Castelfranco, nel Trevigiano, a chiedere aiuto all’Enpa per segnalare la presenza del cagnolino sulla finestra al terzo piano di una palazzina. L’ente per la protezione animali ha subito inviato una segnalazione ai vigili urbani e al sindaco della città, con tanto di foto.
Una storia accompagnata da un’ondata di proteste sul web, una foto che è diventata «virale» e che ha portato centinaia di animalisti a protestare e a chiedere la testa dei crudeli aguzzini del meticcio. L’epilogo di questa vicenda avrebbe potuto tradursi in una denuncia per i proprietari e l’affido del cagnolino all’associazione animalista. E invece no, perché spesso le cose non sono come sembrano. Lo hanno testimoniato i vigili e in quell’appartamento siamo entrati anche noi: è Brado, il cagnolino, a voler stare sul davanzale.
E’ un tipino niente male Brado, meticcio di circa tre anni, che da due è la gioia della famiglia della signora Lidia Pini, 74 anni, la sua affezionata proprietaria. E’ stata lei a trovarlo, abbandonato poco distante da casa: «Lui era spaventato e solo, e io avevo appena perso mio marito. Ho deciso di tenerlo con me, perché mi facesse sentire meno il peso della solitudine». Ed è stato amore a prima vista, per Lidia che ha così trovato una compagnia, per i figli che vivono con lei e soprattutto per Brado che per tutto il tempo dell’intervista è rimasto in braccio all’anziana, accoccolato e protetto tra le sue braccia. «E’ lui che vuole stare sul davanzale, ha imparato poco dopo che è arrivato da noi – ci spiega Lidia -, perché mio figlio si mette sempre lì a fumare e se lo teneva tra le braccia e lo accarezzava. Adesso ogni tanto, si avvicina alla finestra e gratta perché io gli apra. Lo metto fuori e lui guarda nel parcheggio e in strada, sembra che gli piaccia proprio guardare la gente che passa. Ma non lo lascio mai per ore fuori, al massimo dieci o quindici minuti e poi vado a riprenderlo».
Che Brado sia un cagnolino felice e ben accudito, l’hanno certificato anche gli agenti della polizia locale che, dopo la segnalazione dell’Enpa, sono subito andati a verificare. Quando hanno suonato all’appartamento della signora, il cagnolino era nella sua cuccia in salotto, circondato dai suoi giochi. Con il suo collarino blu con pendenti a forma di ossicini in metallo, agli agenti è parso in ottime condizioni di salute, ben nutrito e felice di stare dov’è. «All’inizio non capivo perché mi avessero denunciato ai vigili – conclude l’anziana -, ma adesso so che ho sbagliato perché stare sul davanzale è pericoloso per il mio cagnolino e l’ultima cosa che voglio è che gli succeda qualcosa. Non lo metterò più lì, lo prometto. Ma che si sappia, che noi tutti gli vogliamo bene». Un amore che, in effetti, è lo stesso Brado a confermare, mentre si abbandona tra le braccia di Lidia e la guarda riconoscente.
Secondo l’Enpa, l’imprudenza resta: «In trent’anni di esperienza con gli animali, il cane sul davanzale non mi era davvero mai capitato – spiega il responsabile dell’associazione Adriano De Stefano -. Mi fa piacere sapere che non c’è violenza dietro ad un comportamento che è comunque anomalo da parte di un cane. Però non si può prescindere dalla sicurezza per cui invito i proprietari, se intendono lasciarlo ancora sulla finestra, a proteggere il davanzale con una rete». Dello stesso avviso Aldo Costa, esperto di cani e responsabile del servizio veterinario dell’Usl 16: «Cercare l’altezza è un comportamento più da gatto, il cane potrebbe farlo per cercare una posizione di dominanza, ma bisogna tenere presente che non è dotato di grande equilibrio».
Milvana Citter e Mauro Pigozzo – Corriere del Veneto