Le fabbriche chiudono, gli artigiani ed i commercianti boccheggiano ed allora meglio tornare alle origini, dedicando più attenzione a quelli che sino a pochi anni fa erano considerati “redditi integrativi” e che, come nel caso del prosecco, provengono dalla nostra tradizione contadina.
È questo quello che devono aver pensato una cinquantina di cittadini del comprensorio, dotati di partita iva agricola, iscrivendosi al corso per norcini organizzato dal Comune di Farra di Soligo, in collaborazione con Uls 7, Cipat (Regione) e l’associazione delle piccole produzioni locali dell’Alta Marca. A Farra si era registrato un successo analogo, oltre le più rosee aspettative, già l’anno scorso con un primo corso generico sulle piccole produzioni locali a chilometri zero, dal pane al miele, dal formaggio al salame. Non solo prosecco, dunque. E, infatti, le iscrizioni sono state numerose anche per il secondo corso, quello appunto che partirà domani nella sala riunioni dietro il municipio e dedicato alla macellazione e alla lavorazione delle carni di maiale. Le lezioni sugli insaccati, per un totale di cinque serate, saranno tenute da medici veterinari, docenti universitari ed esperti di tecnologie alimentari. «Questo percorso era iniziato due anni fa, in piena crisi economica, con un paio di incontri pubblici», spiega Levis Marcon, assessore comunale all’agricoltura. «Visto il grande interesse dimostrato ed il riscontro favorevole con il primo corso, abbiamo voluto proseguire l’esperienza con gli enti coinvolti. La volontà forte che sta alla base di questo secondo corso è quella di riscoprire e tenere viva una tradizione legata alla figura del norcino, che da sempre caratterizza il mondo agricolo e le consuetudini familiari del territorio».
La Tribuna di Treviso – 5 marzo 2014