C’è voluto molto poco per saldare il fronte ecologista contro la legge che dà il via libera allo sterminio delle nutrie. Mentre nei Comuni e in Provincia si tenta di individuare un metodo unico per ridurre considerevolmente il numero dei castoridi prendendo in considerazione solo le doppiette dei cacciatori, le trappole con il gas asfissiante e il veleno, dall’Oipa all’Enpa si assiste a una vera e propria levata di scudi per cambiare la prospettiva con cui affrontare il problema.
Eliminare semplicemente le nutrie creerebbe un caso sanitario per via delle centinaia, se non migliaia, di carcasse da eliminare. Le alternative non mancano.
Il biologo Samuele Venturini, esperto in castoridi, rilancia l’efficacia delle campagne di sterilizzazione inserite in una serie di provvedimenti integrati, che vanno dal rafforzamento degli argini con reti per limitare la possibilità di scavare tane a un controllo biologico e naturale delle popolazioni. Altro che fucile e trappole. Teoria completamente sposata dall’Oipa.
Adriano De Stefano (Enpa) ricorda che le volpi sono i nemici naturali delle nutrie: «Ma qui vengono abbattute pure quelle. La nuova legge è una cavolata. Non si può pensare di trattare una nutria da 12 chili come una pantegana da 3 etti”.
Gazzettino – 1 settembre 2014