A uccidere Rex potrebbe essere stato un cacciatore che ha visto muoversi qualcosa vicino all’acqua e pensando fosse una preda ha sparato. Colpendo così il cucciolo di pastore tedesco di otto mesi freddato l’ultimo giorno dell’anno da un cecchino rimasto sconosciuto correva felice lungo l’argine del rio Serva, nei pressi di via Morea.
Doveva essere una passeggiata come tante, che il cane faceva con il suo proprietario, il pensionato di Casale Bruno Sartoretto. Ma è finita con la morte del cane. Durante la passeggiata, il proprietario ha liberato Rex dal guinzaglio per fargli fare una corsa. Il cucciolo è scattato a tutta velocità, raggiungendo il corso d’acqua e buttandosi dentro. Poco dopo però Sartoretto ha sentito lo sparo. L’uomo è corso a cercare il cane ma quando lo ha trovato era già a terra, sull’argine del fiume e in pochi minuti il cucciolo è morto. Colpito al cuore.
L’uomo non è riuscito a vedere chi ha sparato. Potrebbe essere stato un cacciatore che mirando a una preda ha colpito il cane. Sabato era, infatti, giornata di apertura della caccia. Oppure qualcuno che si è spaventato vedendo l’animale libero. Non è possibile escludere al momento, nemmeno possa essersi trattato di un gesto volontario ma il proprietario non ha riferito di sospetti o situazioni che possano spiegare un simile gesto. Sartoretto ha, però detto ai carabinieri di non aver più trovato la targhetta con il nome dell’animale e il suo numero di telefono. Il pensionato ha quindi sporto denuncia per uccisione di animale.
I carabinieri di Treviso, arrivati sul luogo per i rilievi, non hanno trovato tracce del bossolo del proiettile che ha ucciso Rex. Il corpo dell’animale è stato affidato all’Istituto Zooprofilattico per l’autopsia che consentirà di recuperare il proiettile e risalire al tipo di arma che lo ha sparato. Se si tratta di un fucile da caccia, sarà però praticamente impossibile risalire al responsabile, quel tipo di arma infatti non lascia rigature sui proiettili che possano servire per una comparazione. Il giallo per ora si infittisce.
Il Corriere del Veneto – 3 gennaio 2016