Equitalia notifica al 37enne operaio la maxi cartella: scaduti i termini per il ricorso, gli hanno preso tutto
CONEGLIANO – Chiude l’attività nel 2005: basta con l’allevamento di galline a Porcia (Pordenone). L’anno successivo, diventato nel frattempo operaio part-time, inizia il suo calvario: «Una vita da pignorato per oltre 3 milioni e mezzo di euro con la prospettiva di lasciare a mio figlio un debito per tutta la vita – spiega il 37enne di Conegliano – Tutto per una serie di errori a cui nessuno vuole porre rimedio».
G. C. ha ricevuto da Equitalia una cartella esattoriale da 3 milioni e 677 mila euro, contro la quale non può più ricorrere per scadenza dei termini. La vicenda inizia nel 2001 quando avvia l’allevamento di 20 mila galline a Porcia per produrre uova che poi vende ad alcune grandi aziende. Nel 2005 cessa l’attività. L’anno dopo una delle aziende che riforniva finisce al centro di un’inchiesta per frode in commercio. Poco dopo lui, che era rimastocoinvolto, esce dall’inchiesta: la sua posizione viene archiviata, ma per lui continuano i guai, perché della sua piccola azienda si interessa la guardia di finanza che avvia un accertamento e va a ispezionare il capannone, due anni dopo la chiusura.
«Visto che non trovano nulla hanno ritenuto che non avessi mai allevato galline e hanno rivisto i miei bilanci con i regimi fiscali per i commercianti, che sono più elevati di quelli da agricoltore». Al termine i finanzieri gli avrebbero anche fatto firmare il verbale senza possibilità di farsi assistere: «Mi hanno detto che così avrei evitato altre ispezioni a casa, pensavo di chiudere la vicenda, invece ho firmato la mia condanna».
Subito dopo riceve all’indirizzo dell’ex allevamento invece 5 cartelle esattoriali che dice di non aver visto, non le può quindi impugnare. Fino a quando, a casa sua, gli arriva la cartella di Equitalia da 2,4 milioni di euro. «Per avere un simile debito col Fisco, avrei dovuto guadagnare 5 o 6 milioni di euro, ma com’è possibile con 20mila galline? Assurdo. Ho provato a fare ricorso per le mancate notifiche, ma ho perso, poi è morto il mio commercialista e altri a cui mi sono rivolto mi hanno chiesto 70 mila euro per le pratiche. Così, nell’incertezza, ho lasciato passare il tempo e adesso è tutto definitivo».
Con gli interessi, quella cifra arriva a 3,67 milioni. Equitalia ha pignorato il quinto dello stipendio da operaio part-time e gli ha preso tutto quel che poteva, compresi i mobili dell’appartamento in affitto in cui vive con moglie e figlio piccolo. «Sul piano legale l’unica possibilità che ci resta è la Corte di Giustizia Europea ma i costi sono insostenibili – spiega l’avvocato Alessandra Cadalt di Federcontribuenti,che assiste l’ex allevatore -. Per questo speriamo che da parte dell’Agenzia delle Entrate ci sia un gesto di buon senso per la riapertura della vicenda, magari con un atto di autotutela».
Il Gazzettino – 6 novembre 2013