Al suo posto è stato designato – in qualità di commissario – Antonio Ferro, attuale responsabile del settore prevenzione, che aveva presieduto la commissione interna che ha indagato sulla situazione professionale nel reparto, da cui era nato il malessere della dottoressa Pedri
Il caso della ginecologa Sara Pedri, scomparsa in Trentino a marzo dopo essersi dimessa dal reparto ospedaliero del Santa Chiara dove lavorava, si è trasformato in una vera tempesta per il mondo sanitario della Provincia Autonoma. Dapprima è stato trasferito il primario Saverio Tateo, poi – nella serata del 10 luglio – la giunta provinciale ha deciso di commissariare l’Azienda Provinciale Socio Sanitaria, accettando le dimissioni del direttore generale Pier Paolo Benetollo. Al suo posto è stato designato – in qualità di commissario – Antonio Ferro, attuale responsabile del settore prevenzione, che aveva presieduto la commissione interna che ha indagato sulla situazione professionale nel reparto, da cui era nato il malessere della dottoressa Pedri.
Tateo cambia reparto perché la commissione ha accertato, dopo aver sentito 110 dipendenti della struttura, che il clima all’interno dell’ospedale non era sereno. Quindi le ragioni del profondo malessere manifestato da Sara Pedri erano fondate. Della donna non si sa più nulla dal 4 marzo, ma si teme che si sia gettata in un lago. Il trasferimento ha riguardato anche un’altra responsabile del reparto di Ginecologia, la dottoressa Liliana Mereu. Tateo è originario di Bari, ha 59 anni, e ha cominciato la sua carriera al San Matteo di Pavia, poi si è trasferito a Sondrio, prima di ottenere il trasferimento a Trento nel 2010.
Del reparto si è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?“, che ha raccolto la denuncia dei familiari della ginecologa che aveva affidato ad alcune lettere lo sfogo sul profondo disagio di cui si sentiva vittima. Una neo-mamma ha scritto su una pagina di commenti: “I medici della neonatologia sono molto critici con il sistema di parto delle ostetriche e bisogna stare attenti a non finire in mezzo alle loro discussioni”. Una ginecologa aveva ammesso che perfino in sala operatoria c’erano discussioni, “c’erano ferri chirurgici che volavano addosso alle persone, anche per un nonnulla… Ti fanno sentire una nullità e ti fanno mettere in dubbio ciò che tu da decenni fai tutti i giorni, cercano di trovare lo sbaglio anche se l’errore non c’è pur di metterti in crisi”. Cinque ostetriche hanno denunciato problemi di incompatibilità ambientale e una settantina di colleghe della sala parto e del reparto di ostetrica hanno chiesto di deporre davanti alla commissione. Intanto l’Ordine dei medici del Trentino ha inviato una richiesta di esame all’Ordine di Milano, dove Tateo è iscritto.
Mentre continuano le indagini della Procura di Trento. Il sostituto Licia Scagliarini dovrà esaminare i contenuti della copia forense del telefono cellulare di Sara Pedri, che era stato trovato nella sua auto parcheggiata nelle vicinanze del ponte di Mostizzolo sopra il torrente Noce, una zona tristemente nota per i suicidi.