di Daniela Boresi, dal Gazzettino. Un finale dei più combattuti. Il Sistema sanitario regionale si trova sul tavolo più di una questione aperta da risolvere entro la fine dell’anno: taglio delle Asl, Azienda 0 e Riparto nazionale ad esempio. Tre partite di non poco conto sulle quali si gioca il rischio di andare in piano di rientro. Di questi giorni lo stop, pare momentaneo, della Azienda zero, la Holding che la Regione vuole per un miglior governo del sistema sanitario. “Nessuno dice che il Pdl23 sia morto – sottolinea l’assessore Luca Coletto -. Come ha ben spiegato il presidente della V. Commissione Fabrizio Boron, è solo necessario apporvi alcune limature che lo rendano inattaccabile dal Governo. Una volta fatte, senza l’ansia di far presto, tornerà sul tavolo con le dovute correzioni”. La partita con il Governo resta per il Veneto una delle note più spinose. Da Roma il Veneto si è visto impugnare le ultime leggi fatte in materia di sanità, sempre da Roma sta combattendo contro i tagli.
Al punto tale che Coletto ha abbandonato il tavolo in segno di protesta. La filosofia a questo punto è: risparmiamo in casa, che a toglierci soldi c’è già chi ci pensa. Ma come? Coletto ha pochi dubbi: “L’Azienda zero, se fatta bene, può portare a risparmi interessanti, soprattutto la razionalizzazione delle Asl ci aiuterà a fare cassa – spiega -. Ed è per questo che è diventata una delle nostre priorità da portare a casa prima della fine dell’anno. Non ultimo i tavoli romani, sempre pieni di insidie. Mercoledì a Roma andiamo a parlare di riparto. Entriamo “sfavoriti” come più o meno tutte le Regioni virtuose, ma non è assolutamente detto che ne usciremo n questo modo”.
E’ anche in virtù di questa ultima partita che “l’Azienda Zero deve andare avanti con i piedi di piombo per non diventare uno scivolone. Il Riparto nazionale chiude mercoledì al tavolo dei presidenti. La proposta che arriva dalla Commissione Salute non tiene conto dell’iter governativo che prevede che senza regioni “benchmark”, quelle di riferimento per i costi, non si fa il riparto. Le regioni benchmark ancora non ci sono e quindi anche il riparto logicamente rischia di slittare, o di essere solo un puro esercizio accademico – commenta Coletto – Certo le proposte penalizzano noi, come le altre regioni virtuose che hanno dovuto sostenere quelle in piano di rientro. Capitolo che a noi è costato 70 milioni. Se il Governo poi ci scarica il costo dei farmaci anti epatite e degli altri farmaci innovativi è difficile si riesca a far quadrare i conti. Le norme vanno rispettate, altrimenti il banco salta. Andiamo a Roma per farci valere”.
Di piano di rientro Coletto per ora non ne vuol sentire parlare. “Non facciamo le Cassandre. E’ un argomento che non va neppure ipotizzato, abbiamo i numeri per chiudere in pareggio. Certo, ci hanno tagliato 30 milioni per la premialità, ci hanno scaricato i costi dei nuovi vaccini e come dicevo dei medicinali innovativi – tuona Coletto – Ma la partita è aperta e non finisce qui. La razionalizzazione delle Asl ci porterà benefici economici e di miglioramento dei servizi”.
I tempi? La road map è serrata: mercoledì battaglia sul riparto a Roma per non farci scippare poco meno di un centinaio di milioni, entro la fine dell’anno i temi “locali”: taglio delle Asl in testa. Quante? “Le 7 provinciali che si è sempre detto – sottolinea -. Qualche mese fa anche l’opposizione urlava che era necessario”. Resta l’Azienda zero. “Quella sarà introdotta, ma con i tempi che richiede un saggio dibattito”.
Il Gazzettino – 23 novembre 2015