Il titolare del macello di Centallo:”Li avvertii dei controlli dei veterinari”, ma la difesa nega
Questa mattina è stato sentito come teste nel processo contro i titolari di un allevamento di Carignano, uno dei titolari del macello Operti di Centallo, dove nel febbraio 2010, tre bovini provenienti dalle stalle degli imputati erano stati trovati positivi ai cortisonici. Dai prelievi sul fegato degli animali era risultato che fossero stati trattati con desametasone, ma i proprietari erano sicuri di non aver somministrato agli animali antibiotici negli ultimi 90 giorni prima della macellazione, come da legge.
La difesa ha sollevato dubbi sulla procedura osservata durante il controllo del veterinario al macello. I campioni di fegato prelevati potrebbero appartenere ad animali non provenienti dell’allevamento di Carignano perché le carcasse non sarebbero state seguite passo dopo passo durante tutte le fasi del macellazione. E altri dubbi sul fatto che i proprietari fossero stati realmente avvisati da Operti dei controlli dei veterinari.
Il titolare del macello ha spiegato nel dettaglio le varie fasi della macellazione e degli eventuali controlli: “L’animale è identificato da vivo quindi gli viene affidato un numero che poi è posto direttamente sulla carcassa. Lo stesso numero identifica le varie frattaglie prelevate dopo la macellazione. Quando c’è un controllo da parte dei veterinari dell’ ASL,” ha continuato il teste, “avvertiamo telefonicamente l’allevatore che ci delega ad assistere alle operazioni. In questo caso non ricordo con chi ho parlato ma cerchiamo sempre di rintracciare qualcuno. Io di solito non sono presente a tutte le fasi del prelievo perché i veterinari eseguono per conto loro le operazioni dentro un ufficio e se hanno bisogno mi chiamano”.
Il Giudice ha disposto la nomina di un perito per accertare se, come affermato dal consulente della difesa, esista la possibilità che possano permanere nei punti di inoculo tracce dei trattamenti somministrati e il possibile rinvenimento di residui nel fegato anche oltre i 90 giorni. Gli allevatori, infatti, avevano detto di aver curato gli animali con cortisonici a fine settembre 2009.
targatocn – 25 novembre 2012