La Procura di Trani ha avviato un’indagine sulla somministrazione del vaccino trivalente non obbligatorio Mpr, contro morbillo, rosolia e parotite, e sulle sue possibili connessioni con l’insorgenza dell’autismo. All’inchiesta, aperta dal pubblico ministero Michele Ruggiero per lesioni colpose gravissime, stanno lavorando i carabinieri del Nas che, rivela la stampa locale, cercheranno dati e documenti medici soprattutto degli ultimi cinque anni, focalizzando l’attenzione anche su chi ha finanziato le campagne di vaccinazione facoltative.
Gli accertamenti sono partiti dopo la denuncia dei genitori di due bambini ai quali è stata diagnosticata dai medici una sindrome autistica «a insorgenza post vaccinale» che, secondo le denunce, potrebbe essere stata causata proprio dal vaccino Mpr. L’ipotesi di reato per adesso è contro ignoti.
Il legame tra i vaccini e l’autismo è un rebus da anni. In Italia nel 2012 una sentenza del tribunale di Rimini condannò il ministero della Salute a risarcire i genitori di un bambino che avrebbe sviluppato la malattia proprio a seguito dell’immunizzazione. Ma la comunità scientifica sembra compatta nel ritenere che invece la correlazione non esista. Non ultima l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che in un vademecum pubblicato sul suo sito a settembre del 2013 ribadì: nessun legame fra la sindrome e il vaccino. «I dati epidemiologici disponibili non mostrano nessuna evidenza di correlazione» dicono dall’Oms, né tra il vaccino trivalente Mpr per morbillo e l’autismo né «per ogni altro vaccino infantile». Il documento pubblicato nel 2013 dall’Oms svela che la prevalenza della malattia è di un caso ogni 160 e parla però più correttamente di «disordini dello spettro autistico» per sottolineare che si tratta in realtà di una serie di malattie diverse. Ancora poco, conferma l’Oms, si sa delle cause, ma le evidenze scientifiche suggeriscono che vari fattori genetici e ambientali possono influire.
A ipotizzare per primi il legame furono alcuni studi pubblicati dal medico inglese Andrew Wakefield nel 1998 su riviste prestigiose come Lancet e British Medical Journal . Ma indagini più approfondite dimostrarono che quegli studi erano falsi: furono ritirati dagli organi scientifici ma hanno continuato ad avere credito soprattutto su Internet. Non a caso sono i più citati dai vari movimenti contro i vaccini che trovano terreno fertile nella Rete.
Preoccupata la Società italiana pediatria che per bocca del suo presidente Giovanni Carosello fa sapere: la paura di una correlazione tra il vaccino trivalente non obbligatorio (Mpr) e l’insorgenza della sindrome è «immotivata». Al contrario, «il fatto che alcuni diano come acquisita una correlazione che scientificamente non è provata rischia di ridurre le copertura vaccinali, con il pericolo che possano riemergere malattie gravi oggi quasi scomparse».
G.Fas – Corriere della Sera – 24 marzo 2014