Il Sole 24 Ore. Il sistema di tracciamento arranca. È una delle criticità più serie eppure non nuova. La procedura è complessa e onerosa. Finora non ha dato risultati brillanti nonostante proprio la propagazione vorticosa del Covid-19 nelle ultime settimane dovrebbe imporre un rafforzamento a tutto campo di questo meccanismo.
Il governo è sceso in campo ancora una volta per dare una mano. Già una decina di giorni fa il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza Covid-19 fresco di nomina al Covi (comando operativo di vertice interforze), ha messo a disposizione i militari presenti in ogni regione per sostenere i processi di tracciamento. Attraverso il Covid, in cooordinamento con la struttura commissariale, possono essere attivati gli interventi a sostegno sul territorio svolti dai medici, infermieri e altri specialisti militari. Un rinforzo con un obiettivo specifico sul mondo scolastico. L’inghippo sta nella procedura, gli addetti ai lavoro la conoscono bene. Il sostegno del ministero della Difesa sul tracciamento dei contagi in sede locale doveva essere proiettato al più presto innanzitutto tra i ragazzi nelle scuole proprio perché lì si conferma ogni giorno un livello di intensità della pandemia via via crescente e costante quasi senza fasi di attenuazioni. La configurazione dell’intervento militare, tuttavia, prevede l’attivazione della Difesa soltanto su richiesta delle asl (aziende sanitarie locali) d’intesa con gli uffici sanitari regionali. I militari non possono intervenire di propria iniziativa: attendono la chiamata. Al momento soltanto in sei regioni – Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Sicilia – risulta in atto la collaborazione tra le aziende sanitarie locali e il sistema medico militare sotto il coordinamento di Covi e struttura commissariale.
«Ma sulle scuole abbiamo visto poco o niente nonostante le nostre ripetute sollecitazioni – sottolinea Mario Rusconi, presidente associazione nazionale presidi di Roma – si potrebbero fare hub vaccinali e per i tamponi nelle scuole romane più grandi: potrebbero attrarre un numero elevato di utenza riducendo i disagi numerosi di queste settimane». L’andamento dei contagi costringerà a forzare le procedure ancora poco incisive. Ma l’azione deve partire dagli assessorati regionali.