Era di 54 mila euro l’anno l’emolumento incassato da Giampietro Marchese, che dall’agosto 2010 al dicembre 2013 ha presieduto l’Azienda multiservizi economici e sociali (Ames) del Comune di Venezia. Proclamato consigliere regionale il 10 aprile 2013, l’ex alfiere del Partito democratico, coinvolto nell’inchiesta sul Mose, si è dimesso il 24 luglio scorso. Marchese è stato anche (dal 2007 al gennaio 2014), consigliere di amministratore e presidente del consiglio d’indirizzo della Fondazione Rinascita 2007 e amministratore di RinascitC srl: incarichi svolti a titolo gratuito. La mappa delle poltroncine affidate ai consiglieri regionali è stata pubblicata sul sito di Palazzo Ferro Fini.
Che il presidente Clodovaldo Ruffato (Ncd), dopo la diffusione degli importi dei vitalizi degli ex inquilini dell’assemblea veneta, sta trasformando in una “casa di vetro”.
Lo stesso Ruffato fa sapere di ricevere 28.921 euro all’anno per l’incarico di amministratore unico di Impresa 2000 srl (società di consulenza specializzata nel settore agricolo) e altri 31.773 per la poltrona di socio accomandatario dell’immobiliare Alfa sas, che ha sede a Camposampiero. Ben cinque incarichi dichiara Giuseppe Bortolussi, presidente del gruppo consiliare omonimo. Dal 17 aprile 2013 Bortolussi è consigliere di amministratore, a titolo gratuito, di Con-ser srl (l’ente per la formazione della Confartigianato provinciale di Venezia). È inoltre presidente (senza ricevere alcun emolumento) della Fondazione Nord Est Think Tank. Vale invece 30.823 lordi l’incarico di consigliere di amministrazione (assunto il 28 giugno 2013) di Consultimpresa srl, cui vanno aggiunti i 6.650 euro lordi di membro del cda di Club Impresa (società di servizi agli autonomi) e i 10.106 lordi di Centro studi sintesi. Due gli incarichi svolti extra consiglio regionale dal capogruppo del Misto Diego Bottacin: dal 28 febbraio 2012 è vicepresidente del Consorzio Energia Veneto di Verona (15.000 euro lordi) e vicepresidente di E-Globalservice spa (20.000 euro). Poltrona da 24.000 euro, invece, per Raffaele Grazia, consigliere regionale di Futuro Popolare, che presiede la Bruel spa (24 mila euro annui). Incarichi molto meno redditizi hanno svolto l’assessore Maurizio Conte (che non ha ricevuto un soldo per l’attività di consigliere comunale a San Martino di Lupari (dal 2009 al 2014) e si è accontentato di 5.000 euro lordi forfettari annui per la poltrona di consigliere di amministratore del Consozio Zip di Padova (da cui è cessato nel marzo 2013). Solo 3.000 euro lordi all’anno ha riscosso l’assessore forzista Maria Luisa Coppola, che fino al 31 dicembre 2014 farà parte del Comitato delle Regioni (con sede a Bruxelles). Molti infine gli incarichi che vengono svolti a titolo assolutamente gratuito. Ha rinunciato all’emolumento l’ex assessore Renato Chisso che, su delega del presidente Luca Zaia, ha rappresentato la Regione nel Comitato Portuale Venezia. Zero euro anche per l’assessore leghista Daniele Stival che presiede il Centro Regionale Veneto di Protezione Civile. Non ha preso un soldo Stefano Peraro (Udc) per il suo impegno come consigliere provinciale di Padova (dal 2009 al 2014). Ben… 99,50 euro annui dichiara Costantino Toniolo (Ncd) per l’incarico di consigliere comunale a Caldogno. (Claudio Baccarin – Il Mattino di Padova)
Ai consiglieri 8.500 euro netti. Guadagnano il doppio del sindaco di una grande città e più di un manager privato
Ottomilaeuroespicci . Tanto guadagna in un mese un consigliere regionale. E stiamo parlando di soldi «netti», rispetto ai quali nessuno, dal Fisco a Palazzo Ferro Fini, può più pretendere alcunché (resta solo il partito, che quasi sempre invoca un adeguato contributo dal militante riconoscente, ma in quel caso l’importo varia da destra a sinistra e comunque non grava sui consiglieri free agent del misto e dei «monogruppi»).
La cifra, certo da capogiro, si sussurrava da tempo dentro e fuori il Palazzo ma non si era mai saputa con precisione perché i percettori tendono (comprensibilmente) a sfuggire l’argomento e perché gli uffici si sono sempre arroccati dietro a un sudoku degno di Eulero, tra lordo, netto, indennità di carica e di funzione, trattenute, contributi, rimborsi e diarie. Ora, invece, è tutto online, nero su bianco, preciso-preciso. A volere la pubblicazione delle buste paga nella sezione «Trasparenza» del sito del consiglio è stato il presidente dell’assemblea Valdo Ruffato, che già si era distinto il mese scorso per un’analoga disclosure sui vitalizi e sugli assegni di reversibilità pagati ogni mese agli ex. «Penso sia una questione di correttezza nel rapporto tra eletti ed elettori – spiega Ruffato -. E’ giusto che i cittadini sappiano quanto siamo pagati per fare quel che facciamo. Sul sito, nella pagina dedicata, sono disponibili le informazioni utili a soddisfare ormai qualunque curiosità: gli stipendi, gli stati patrimoniali, le dichiarazioni dei redditi e gli incarichi pubblici e privati di tutti i consiglieri, i vitalizi, gli assegni di reversibilità, le consulenze e le collaborazioni. Ogni singolo euro si sa dove va a finire e perché».
Qui a lato potete leggere i numeri secchi, consigliere per consigliere, netto annuale e netto dell’ultimo mese disponibile, ossia giugno. La cifra media è 8.500 euro al mese, attorno ai 103 mila euro all’anno. Con qualche sorpresa: si scopre infatti che a svettare sui colleghi nel 2013, dall’alto dei suoi 108 mila euro, è stato l’ex leghista Santino Bozza, professione fabbro, per anni ras del Carroccio a Monselice, uno dei protagonisti della diaspora dei duri & puri padani dopo l’avvento di Flavio Tosi alla guida del partito. Ultimo della classifica, con un cedolino comunque di assoluto rispetto (88 mila euro) è invece Mauro Bortoli, padovano, impiegato, una vita tra Pci, Ds e Pd con svariati incarichi (l’ultimo quello di assessore all’Urbanistica nella giunta Zanonato). Curioso che al penultimo posto si piazzi il vice presidente della Regione Marino Zorzato mentre Laura Puppato, Andrea Causin, Giampietro Marchese e Claudio Niero non fanno testo perché le loro legislature sono solo parziali.
Sono pochi soldi? Sono tanti ? Qualche confronto aiuta ad orientarsi. In politica: il sindaco di Venezia, il Comune capoluogo della Regione, guadagna 86 mila euro lordi l’anno, che equivalgono più o meno a 4.200 euro netti al mese. Nel privato: stando ad una ricerca condotta da OD&M Consulting, la retribuzione media dei manager italiani è pari a 105 mila euro lordi (comprensivi di quota fissa e bonus); un dato leggermente ritoccato all’insù da Michael Page, secondo cui un direttore finanziario con buona esperienza (i direttori vendite e del personale sono riportati più o meno sullo stesso livello) oscilla tra i 70 mila e 120 mila euro lordi all’anno. Ben che vada, dunque, stiamo parlando di 5.700 euro netti al mese. E nel resto d’Italia? Detto che non tutti i consigli si distinguono per trasparenza (molti si trincerano dietro il sudoku di cui si diceva), quasi tutti viaggiano attorno alla stessa somma: 8.500 euro il Piemonte dello scandalo «mutande verdi», 7.630 euro il Lazio di «Batman Fiorito», 8.600 euro l’Emilia Romagna, 8.300 euro la Toscana. Tra le Regioni ordinarie solo la Lombardia sale a 10.545 euro per il «consigliere semplice» mentre è meglio lasciar perdere le Regioni a statuto speciale e le Province autonome, decisamente fuori concorso.
Ma le cose sembrano destinate a cambiare. Se il decreto Monti che fissava a 11 mila euro lordi mensili (6 mila netti) il compenso all inclusive dei consiglieri è stato sostanzialmente disatteso, grazie anche al sapiente uso delle voci esentasse come i rimborsi e le diarie, il ddl «Boschi» sulle Riforme, già approvato al Senato e ora in discussione alla Camera, torna alla carica equiparando lo stipendio dei consiglieri a quello dei sindaci dei Comuni capoluogo di Regione. Un testo ispirato dallo sfogo di un sindaco, sbottato nel dicembre del 2013: «Io prendo 4.300 euro al mese. Ragazzi, ve lo dico: si arriva tranquilli a fine mese lo stesso». Quel sindaco era Matteo Renzi. E purtroppo per gli inquilini di Palazzo Ferro Fini ora è lui, mai entrato in un consiglio regionale, a menare le danze. (Marco Bonet – Il Corriere del Veneto)
9 settembre 2014