C’è chi lo indica come «nuovo nemico», chi si dice pronto a denunciarlo. Dopo l’uccisione dell’orsa Daniza, in Trentino, gli attivisti animalisti della rete spostano il loro interesse su Verona: nel mirino le dichiarazioni di Flavio Tosi, lo scorso lunedì, nel corso di un consiglio comunale a Velo. Un’occasione, per il primo cittadino, di annunciare un’ordinanza che permetterà «di sparare ai lupi in prossimità dei centri abitati».
L’eventualità, per il sindaco di Verona è che i lupi della Lessinia, di cui sono stati accertati due esemplari adulti (Slavc e Giulietta) e i loro cuccioli, undici in totale (frutto di due parti) «calino» se non in città, nella zona collinare del comune. «Sono preoccupato per quando arriverà l’inverno – ha detto – non ci saranno più vacche in alpeggio e poca selvaggina nei boschi. Non sono tranquillo per i bambini che al mattino a bordo strada o alla sera al rientro dalla città aspettano lo scuolabus».
Un provvedimento che, se reso effettivo, avrebbe un precedente: l’anno scorso era stata autorizzata l’abbattimento di cinghiali, un problema che era stato segnalato dai cittadini delle contrade sopra Avesa. Le reazioni non si sono fatte attendere: la più dura di tutte è quella della Lav ed Enpa. «Tosi invita ad un comportamento illegale – afferma la presidente veronese Lorenza Zanaboni – e noi stiamo valutando di ricorrere alla giustizia: è apologia di reato». Anche gli uffici di Roma dell’Ente nazionale di protezione animali hanno ufficialmente diffidato il sindaco: «Se l’ordinanza sarà emanata, la impugneremo. Il maltrattamento e l’uccisione di animali sono reati puniti dal nostro codice penale».
Sul web, molti degli attivisti che non hanno risparmiato (spesso con toni accesi) critiche alla Provincia di Trento per la morte dell’orsa, adesso se la prendono con Verona. «Ma stiamo scherzando?» si chiedono alcuni utenti. Altri, invece, fanno notare che, «più dei lupi, si deve aver paura dei cacciatori nei centri abitati». È la stessa posizione di Lorenzo Dalai e Damiano Fermo, consiglieri del Pd, rispettivamente, di Erbezzo e Verona. «Tosi non ha perso neanche questa volta l’occasione di tacere, evitando seri guai giudiziari ai cittadini che intendessero seguire il suo invito – è il loro commento -. Forse non sa che nei centri abitati non si può sparare e che la Lessinia non è Mosul».
Ironico Stefano Valdegamberi, consigliere regionale di Futuro Popolare, originario di Badia Calavena: «A Venezia i leghisti dicono una cosa, sostenendo il progetto europeo Wolfalps, a Verona e in Lessinia sono contrari. Occorrono due azioni concrete: revocare la delibera adottata e prelevare questi animali per trasferirli altrove». Critico anche Lorenzo Albi, di Legambiente, parla di «allarmismo allo scopo di far campagna elettorale: una posizione di pancia distantissima da quella che può essere una gestione seria della criticità». Un’altra condanna arriva dagli animalisti di Freccia 45, che sabato hanno in programma una manifestazione contro la vivisezione: «La volontà è quella di uccidere questi animali – commenta l’attivista Franca Infortuna – il rischio è che venga utilizzato come alibi. Quanto al rischio di trovarli davanti alle fermate è semplicemente ridicolo».
«La situazione va gestita – è infine il parere di Christian Avesani, gestore del rifugio Branchetto, che i lupi, in passato li ha visti da vicino – ma questa è tutta propaganda. Si sta allarmando un intero altipiano, letteralmente, per “quattro cani”». Il ritorno dei lupi sarà al centro di un convegno, organizzato dal Wwf, che si terrà sabato al teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova.
Davide Orsato – Il Corriere del Veneto – 18 settembre 2014