Primi due casi di West Nile in Veneto nel 2016, a Rovigo e a Legnago, che diventano il secondo e il terzo in Italia dopo quello di un 74enne bolognese infetto segnalato l’11 luglio all’Istituto superiore di Sanità dall’Emilia Romagna. Per entrambi i pazienti veneti, un 80enne di Castelnovo Bariano e un marocchino residente nel Comune veronese, la conferma dell’infezione è arrivata ieri dal Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, centro di riferimento regionale al quale le Usl devono mandare i campioni di sangue dei malati sospetti. La situazione più seria riguarda l’anziano individuato dall’Usl 18 di Rovigo, che un mese fa aveva scoperto un focolaio di zanzare infette a Ceneselli, nell’Alto Polesine. Da domenica l’80enne, già gravato da problemi cardiaci e polmonari, è ricoverato all’ospedale di Trecenta, nel reparto di Medicina. «L’età e il quadro clinico di pluripatologia pregressa ne fanno un paziente fragile, da trattare con attenzione — spiega Antonio Compostella, direttore generale dell’Usl 18 —. Ma la prognosi non è riservata, il degente non è in pericolo di vita».
«C’è però un interessamento neurologico. Il West Nile colpisce soprattutto anziani debilitati e nei casi più complessi può portare alla morte per complicanze neurologiche o polmonari. Abbiamo alzato il livello di sorveglianza, verificando i piani di disinfestazione in atto, trattando i focolai con le larve di zanzare presenti attorno al sito in cui è stato rilevato il virus e trattando con un insetticida un’area di 3 chilometri circostante la zona di esposizione».
Il marocchino positivo al test rapido in cura all’Usl 21 di Legnago è invece meno grave, ha la febbre, uno dei sintomi tipici dell’infezione, che inizialmente può essere scambiata per influenza. E’ stato infine sottoposto ad accertamenti un terzo uomo, un marocchino legato a quest’ultimo, ma il risultato del test si saprà oggi.
«Il serbatoio del virus sono gli uccelli, il vettore che lo diffonde è la zanzara, mentre l’uomo e i cavalli sono gli ospiti terminali — spiega il professor Giorgio Palù, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia di Padova, che nel 2009 isolò per la prima volta il virus in un donatore di sangue —. Il ceppo iniziale da noi sequenziato fu il Piave, di primo lignaggio (i livelli sono sei, ndr), lo stesso del Livenza, riscontrato a Treviso nel 2011. Ma nel 2013 si è passati al lignaggio 2. Il 90% degli infetti non ha ripercussioni, un 10% è sintomatico, ma solo pochi casi risultano gravi». (Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto)
Il comunicato dell’Ulss 18 di Rovigo
L’ AZIENDA ULSS 18 HA AVUTO CONFERMA AVUTO CONFERMA OGGI DI UN CASO DI PATOLOGIA DA WEST NILE
L’azienda Ulss 18 si è attivata per:
. sensibilizzare il paese dove si è verificato il caso, per l’attuazione dei trattamenti di emergenza previsti dai protocolli regionali in atto
. verificare i piani di disinfestazione in atto e trattare i focolai larvali presenti attorno al sito ove è stata riscontrata la circolazione virale
. trattare con adulticida un’area di 3 Km attorno al sito di avvenuta esposizione
L’Azienda raccomanda ai cittadini di osservare le seguenti regole:
. Acquistare prodotti larvicidi da mettere nei tombini del tuo giardino, e che sono acquistabili presso i negozi di fiori, le serre e i consorzi agrari.
. Alloggiare in locali con zanzariere, meglio se impregnate con insetticida e piccoli baldacchini leggeri di tulle, organza per proteggerei i letti.
. usare indumenti a manica lunga nelle ore dell’imbrunire
. non usare profumi che attraggono le zanzare
. usare repellenti cutanei a base di deet alla concentrazione del 30% o di icarldina nota anche come kbr: leggere sempre con cura le etichette dei prodotti repellenti, ripetendo l’applicazione ogni 2-3 ore.
. spruzzare insetticidi a base di piretro nelle stanze di soggiorno o usare diffusori di insetticida a corrente elettrica.
Ricordare sempre: la zanzara comune può essere vettore della febbre del nilo occidentale (wnd).
DOMANDE E RISPOSTE
Cos’e’la febbre del nilo occidentale? (west Nile)
Si tratta una malattia causata da un virus di cui son serbatoio alcuni uccelli selvatici che possono trasmettere l’infezione alle zanzare. Queste attraverso la loro puntura possono in seguito infettare l’uomo .
Quali sintomi può dare la malattia?
In 80 casi su 100 l’infezione non provoca alcun sintomo, in 20 casi su 100 invece l’infezione può dare una forma simil influenzale e, in un caso su 150, può insorgere una forma più grave con manifestazioni neurologiche, specialmente nelle persone di età avanzata.
Esiste un vaccino?
Allo stato attuale non esiste alcun vaccino per prevenire l’infezione.
11 agosto 2016