Una donna americana di 45 anni lamentava prurito e rossore a un ginocchio. È corsa in ospedale quando qualcosa ha cominciato a muoversi sottopelle
di Cristina Marrone. Brutta avventura per una donna americana di 45 tornata da una vacanza sulle spiagge dei Caraibi. Quella che sembra un’innocua reazione cutanea al ginocchio si è rivelato qualcosa di molto più sconvolgente: un verme parassita sottopelle. Un paio di settimane dopo il suo ritorno in Pennsylvania la donna, in perfetta salute, ha cominciato ad accusare rossore e forte prurito al ginocchio. Non sembrava niente di grave, fino a quando qualcosa ha cominciato a muoversi sotto la pelle, lasciando delle strisce ben visibili sul ginocchio. Quando è andata al pronto soccorso i medici hanno subito capito che si trattava di un’infezione parassitaria nota come larva migrans cutanea.
Caso raro
Si tratta di un caso estremamente raro e in genere questo tipo di verme infetta solo cani e gatti, tanto che l’episodio è stato pubblicato sul Journal of EmergencyMedicine. La paziente è stata trattata con antiparassitari e si è lentamente ripresa.
Che cosa è la larva migrans cutanea
La larva migrans cutanea, detta anche «dermatite serpiginosa» è causata dalla penetrazione transcutanea e conseguente migrazione di larve di un verme che vive come parassita nell’intestino dei cani e dei gatti. Il più comune, come in questo caso, è l’Ancylostoma braziliense: le uova passano dalle feci dell’animale al suolo umido, caldo e sabbioso dove schiudono e nascono poi le larve. L’uomo si infetta con le larve nelle zone a contatto diretto con il terreno contaminato (camminando scalzi sulla sabbia o sdraiandosi sulla sabbia). Dopo il contatto le larve penetrano nella pelle e dopo qualche settimana comincia la migrazione, limitandosi però alla parte superficiale della cute (non sono in grado di penetrare nel derma come nei cani e gatti). Gli esseri umani sono ospiti accidentali di queste larve e la malattia rimane confinata alla cute, creando intensi pruriti, quando si infetta. Non potendo raggiungere l’intestino (dove si riproducono) per completare il loro ciclo di vita, muoiono in qualche settimana (o anche mesi). Naturalmente con antiparassitari si accorciano i tempi di guarigione.
Corriere.it – 3 maggio 2017