L’iniziativa è partita dall’associazione “Equidi Stanti”. Una coppia di professionisti padovani ha creato un centro che si ispira ai principi della pet therapy ed è accessibile a tutti
«Relazionarsi con gli asini diventa un modo per conoscersi, perchè ci fanno da specchio e mettono in evidenza eventuali aspetti da migliorare». Per questo Carlo Bezze, dopo aver studiato per due anni pet therapy, ha deciso, insieme alla moglie, di creare a Tonezza un centro, aperto a chi vuole fare escursioni con gli asini. Vi si può accedere tutti i martedì, venerdì e sabato di agosto, dalle 16 alle 18: Pola, Zara e Nerone sono pronti ad accogliere chi voglia conoscerli. Per raggiungerli, basta seguire il loro raglio, che spezza il silenzio dell’altipiano in cui si snoda il magico sentiero “Excalibur”, nella Valle dei Ciliegi. Pola, la mamma, ha 5 anni, Zara 2 e mezzo, Nerone 1 anno, ma è già il più alto. I primi due sono di razza amiatina, con la caratteristica striatura sul collo, l’ultimo è un fiero “ragusano”. L’organizzazione “Equidi Stanti” li mette a disposizione del pubblico. «Il nome della nostra associazione – spiega Carlo Bezze, professore di diritto in un istituto superiore di Padova – è un duplice gioco di parole: io e te siamo equidistanti, c’è massimo rispetto tra l’uomo e l’animale; ma sottolinea anche che gli equini sono qui presenti». Carlo e la moglie Manuela, impiegata pubblica, trascorrono da una vita le vacanze a Tonezza. Da poco hanno deciso di aprire questo centro, in cui chi vuole compiere delle escursioni con gli asini, alternate all’ascolto di fiabe nel bosco per grandi e piccini, e a laboratori artistici, può farlo versando un modestissimo contributo. Basta presentarsi con un abbigliamento sportivo e una piccolacoperta. Il resto è affidato ai due coniugi-istruttori, coadiuvati due volte la settimana da Andrea Tosello. «Ho frequentato per due anni il corso di pet therapy – racconta Bezze – basata sul rapporto tra animali e persone, soprattutto diversamente abili. Poi, per queste attività ho scelto gli asini perché sono miti e ci fanno da specchio: il loro comportamento riflette quello con cui noi entriamo nel recinto. Bisogna leggere questi segnali, per migliorarci».
2 agosto 2012 – Il Giornale di Vicenza