Vertice domani Berlusconi-Napolitano. Veneto e Umbria si uniscono alle altre cinque amministrazioni locali che hanno deciso di non applicare quanto previsto dalla manovra varata dal Parlamento.
E cresce la protesta contro una nuova tassa definita “iniqua”
VENEZIA – Mentre le Regioni si dividono sull’applicazione o meno del ticket sanitario, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha fatto sapere che domani pomeriggio sarà al Quirinale, da Napolitano, per un esame della situazione generale dopo l’approvazione della legge di bilancio 2011-2014. Il tema dell’incontro, a quanto si è appreso, saranno proprio gli adempimenti necessari del dopo-manovra.
Oggi, intanto, si è appreso che In Veneto non scatterà, per ora, il ticket sanitario previsto dalla manovra economica 1. Lo ha annunciato questa mattina, il presidente della regione Luca Zaia.
Il presidente ha spiegato di aver assunto la decisione “riservandomi ogni valutazione”. “Siamo tra le poche Regioni forse l’unica – ha spiegato Zaia – che ha deciso di affrontare questo nuovo salasso pur non avendo ‘superticket’ e addizionale Irpef”.
E’ una decisione che il governatore ha preso dopo essersi consultato con l’assessore alla Sanità Luca Coletto: “lo abbiamo voluto fare – ha proseguito Zaia – nonostante minori entrate rispetto ad altre Regioni, si pensi alla Lombardia o all’Emilia Romagna. Anche senza i ticket garantiremo gli alti standard qualitativi delle nostre cure come sempre”.
E per il momento non saranno applicati neanche in Umbria. Lo ha annunciato la presidente della Regione Catiuscia Marini definendo la misura “iniqua e ingiusta che colpisce e danneggia i cittadini. E’ Iniqua anche perchè si tratta di una tassa imposta a tutti senza tenere conto delle differenze di reddito. Inoltre una tale misura danneggia lo stesso sistema sanitari pubblico favorendo e aprendo spazi verso gli operatori privati”.
“In queste ore – ha annunciato la presidente umbra – abbiamo anche avviato un confronto con le altre Regioni al fine di individuare ipotesi sostitutive omogenee dei ticket, soprattutto per quelle con i bilanci in regola e dunque senza deficit. L’altro aspetto che contestiamo di questa misura è appunto quello della imposizione da parte del Governo di scelte – ha concluso la Marini – a prescindere dalle condizioni di bilancio della sanità delle singole Regioni”.
Così, il Veneto e l’Umbria si vanno ad unire a Sardegna, Emilia Romagna, Val D’Aosta, Trentino Alto Adige 2 (dove però verrà introdotto il ticket sui codici bianchi) e Toscana che hanno sostanzialmente deciso di non introdurre i ticket sanitari aggiuntivi previsti dalla legge di bilancio 2011-2014 approvata venerdì dal Parlamento.
Il Lazio, per ora, ha deciso di introdurre i ticket per le visite specialistiche. Il presidente della Regione, Renata Polverini, ha detto che si tratta di “un problema che stiamo guardando con attenzione, che gli uffici stanno valutando e a cui cercheremo di dare risposte nell’ambito delle nostre competenze”. “Ad oggi il cittadino lo deve pagare”, ha poi aggiunto la Polverini. Quanto ai i codici bianchi, il presidente della Regione Lazio ha sottolineato che nella nostra regione “già esistono e sono stati introdotti dalla giunta Marrazzo-Montino”. “Questi ticket – ha aggiunto – valgono 35 milioni di euro, risorse che dovremmo trovare immediatamente per poi sottoporle ai ministeri di vigilanza. Per questo non è così automatico non applicarli”.
Ma l’Idv ha chiesto ufficialmente alla Polverini di sospendere i ticket sanitari: “Eventualmente si può chiedere un contributo a chi sulla sanità ottiene ingenti profitti”. spiega Giulia Rodano, consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Sanità della Regione. “Per tamponare una crisi innescata da grandi speculazioni finanziarie” dichiara Rodano “il Governo impone ai cittadini più poveri una tassa sulla malattia: una misura vessatoria che mette al riparo i redditi alti ed induce le persone più deboli a non curarsi, a non recarsi al pronto soccorso, a non effettuare accertamenti e a definire ‘acciacco’ tutto ciò che invece potrebbe essere una patologia seria. Una misura che colpisce l’efficienza della sanità pubblica, indotta sempre meno ad essere universale, e che quindi di riflesso avvantaggia quella privata”.
In Lombardia, invece, Il ticket sarà applicato in automatico da domani: i terminali degli ospedali, cioè, saranno automaticamente aggiornati ai nuovi importi. Come ha spiegato ieri la Regione, rimangono valide le esenzioni per gli aventi diritto, ma già nei prossimi giorni gli esperti della Lombardia si riuniranno per valutare come compensare e coprire questo aggravio di spesa ed eventualmente, se i fondi saranno reperiti da altre parti, per elaborare una delibera per bloccare questo ticket in più. Per fare un esempio, se fino a ieri fare un semplice esame di emocromo costava 3 euro, da domani a causa del ticket il costo sarà aggiornato automaticamente a 13 euro.
Lo stesso sistema varrà anche per la Liguria.
Intanto c’è chi paventa che i ticket di 10 euro aggiuntivi a quelli esistenti alla fine possa favorire il ricorso al privato: è il parere di “Cittadinanzattiva”. ” Se la spesa per le visite specialistiche è arrivata a 46 euro, e con liste d’attesa di due o tre mesi, spendendo qualche euro in più, 52 euro, si prenota una visita privata con un’attesa di due o tre giorni.
Questa manovra del governo che le Regioni hanno dovuto subire, è una spinta verso il privato”, dice Giuseppe Scaramuzza, Tribunale dei Diritti del Malato-Cittadinanzattiva. “E’ la privatizzazione della sanità non dichiarata. Noi, ovviamente, non siamo d’accordo”.
repubblica.it – 17 luglio 2011