Chiusura dei reparti che lavorano poco o male e delle case di cura più piccole, fondo sanitario certo per i prossimi tre anni, riforma dei ticket, ambulatori dei medici di famiglia sempre aperti. Le Regioni hanno firmato il Patto per la salute con il ministero della Sanità e quello delle Finanze, cioè il documento che disegna la sanità dal 2014 al 2016. «È stato un lavoro lunghissimo — commenta soddisfatta il ministro Beatrice Lorenzin — Ma con questo accordo garantiamo lo sviluppo della sistema pubblico e mettiamo in sicurezza la sanità».
GLI OSPEDALI
Nel Patto si prevede la chiusura delle strutture convenzionate con meno di 60 letti, una sessantina in tutto, a meno che non diventino mono-specialistiche. Nascono gli ospedali di comunità, dove l’assistenza è assicurata da medici di famiglia. Al testo è stato allegato un regolamento, che sarà discusso il 31 luglio, dove si prevedono gli standard minimi di attività che devono avere i reparti a seconda della specialità. Sotto quella soglia potranno essere chiusi. Stessa sorte in caso non funzionino bene, cioè se hanno dati di mortalità troppo alti a seconda degli interventi. Le Asl saranno controllate costantemente. In quelle che andranno in deficit o avranno difficoltà ad assicurare i lea, livelli essenziali di assistenza ai cittadini, arriverà una task force del ministero che le aiuterà a superare la crisi.
SOLDI E TICKET
Stabilito il fondo sanitario: nel 2014 ammonterà a 109,9 miliardi, nel 2015 a 112, nel 2016 a 115,4. La suddivisione del fondo tra le Regioni dovrà rispettare nuovi criteri, che premiano le regioni più virtuose dal punto di vista della spesa. I risparmi derivanti dall’applicazione delle misure di contenimento della spesa resteranno alle Regioni, che dovranno usarli per fini sanitari. I ticket verranno cambiati da una commissione che dovrà tenere conto del reddito delle famiglie. Il nuovo sistema «dovrà connotarsi per chiarezza e semplicità applicativa». Non è escluso che a chi ogni anno dichiara redditi alti vengano tolte eventuali esenzioni per patologia.
L’ASSISTENZA TERRITORIALE
Medici di famiglia e pediatri lavoreranno in grandi aggregazioni di professionisti, le Uccp e le Aft, per dare vita a maxi ambulatori che assicurino una presenza continua nel corso della gior- nata. I dottori sono invitati a promuovere una medicina di iniziativa, cioè che coinvolga i pazienti cronici, che dovranno essere chiamati dal medico a fare i vari controlli e le visite periodiche legate alla loro patologia.
IL NUMERO DI EMERGENZA
Come richiesto dall’Europa il 118 dovrebbe lentamente sparire per essere sostituito dal 112, ovvero il numero unico europeo di emergenza. Le Regioni dovranno iniziare le procedure per il cambiamento. Tra l’altro si va anche verso la creazione di un numero unico «116-117» per le guardie mediche.
Repubblica – 11 luglio 2014