Penultima nell’Ue-14 per efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria, alla pari col Portogallo e appena un gradino sopra la Grecia, in una classifica che vede la Svezia in testa col doppio dei voti dell’Italia. Mentre “in casa” l’Emilia Romagna e poi la Lombardia sono in cima alla classifica con Campania e Calabria che viceversa continuano a sprofondare nel ranking nazionale in un autentico fai-da-te della salute made in Italy. Tempo di voti, e non esattamente i migliori, per la Sanità pubblica italiana.
Contestata dalla ministra Beatrice Lorenzin – «classifiche negative ingiuste», protesta – la pagella al Ssn arriva questa volta dal rapporto «Meridiano Sanità», elaborato da The european House-Ambrosetti, presentato ieri a Roma.
Il rapporto documenta un gap notevole tra noi e l’Europa – quella “a 14” – sul versante dei servizi sanitari e della capacità di risposta ai bisogni di salute degli assistiti. Se sul fronte della qualità dell’offerta e siamo in linea con l’Europa e su quello dello stato di salute addirittura possiamo vantare ancora performance sopra la media, è sul piano dei servizi che il Ssn arranca nel giudizio complessivo. L’indice medio del rapporto ci vede con 4,7 punti, insieme al Portogallo, con la Grecia a 3,5; mentre in testa ci sono Svezia (8,4), Paesi Bassi (7,2) e Finlandia (6,5). Questo però mentre il Ssn ha una quota di Pil del 6,9% contro una media Ue del 7,4 e la spesa media per abitante, tra pubblica e privata, è di 2.951 euro contro 3.774, a parità di potere d’acquisto. La ricetta? Investire ben di più in sanità, fare largo alla prevenzione, tanto più che, secondo le stime, ogni euro investito in prevenzione ne genera 2,9 – quasi tre volte tanto – di risparmio per prestazioni terapeutiche e riabilitative, con l’invecchiamento della popolazione che fa esplodere le cronicità e la non autosufficienza.
Altro nervo scoperto del Ssn, ricorda una volta di più il rapporto Ambrosetti, è la solita mina vagante delle forti difformità che caratterizzano a livello regionale il “fare sanità” in Italia. Con il Sud che resta nel fondo della graduatoria nazionale: nel complesso peggio di tutte rispettivamente Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. E con i voti massimi prima l’Emilia Romagna, poi nell’ordine Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana e Piemonte. Per dire, l’Emilia Romagna ha totalizzato un punteggio che è quasi pari al 65% in più della Campania. Due Italie a parte, due sanità all’opposto. (Il sole 24 Ore)
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16 novembre 2016