Nella pubblica amministrazione non si potrà guadagnare più di 304mila euro. Senza alcuna eccezione. A prevederlo è il testo che il Governo ha messo a punto a tempo di record e inviato alle Camere.
A dare l’annuncio è stata ieri una nota di Palazzo Chigi. «Il contenimento dei costi della burocrazia – ha sottolineato il comunicato – contribuirà a rafforzare il credito di fiducia che i Paesi dell’Eurozona e gli investitori internazionali decideranno di accordare all’Italia nei mesi a venire. Per questo motivo – ha aggiunto – in tempi considerevolmente inferiori a quelli indicati dal decreto-legge approvato dal Parlamento lo scorso dicembre, e fissati in 90 giorni, il presidente Mario Monti ha trasmesso al presidente del Senato, Renato Schifani, e al presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo schema di provvedimento».
Il Dpcm in 6 articoli – che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare – attua la stretta sulle retribuzioni dei grand commis statali contenuta nell’articolo 23-ter della manovra di Natale. Sancendo «il livello remunerativo massimo omnicomprensivo annuo degli emolumenti spettanti a ciascuna fascia o categoria di personale che riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo» con Pa allo stesso livello dello stipendio del primo presidente della Cassazione. Che lo stesso provvedimento fissa in 304.951,95 euro nel 2011. Qualsiasi corrispettivo – spiega l’articolo 3 – «se superiore si riduce al predetto limite».
Nel computo rientreranno «in modo cumulativo le somme comunque erogate all’interessato a carico del medesimo o di più organismi, anche nel caso di pluralità di incarichi conferiti da uno stesso organismo nel corso dell’anno. Tra i destinatari vengono esplicitamente indicati anche i presidenti delle Authority. Ogni interessato, entro un mese dalla pubblicazione del Dpcm, dovrà presentare una relazione con i posti occupati e le relative retribuzioni. A regime tale documento dovrà pervenire entro il 30 novembre.
Il testo prevede anche una stretta sui doppi incarichi (e relativi doppi stipendi) dei grand commis con un ruolo direttivo in un ministero. Ad esempio i consiglieri di Stato che diventano capi di gabinetto. Ebbene, della vecchia retribuzione potranno mantenere solo il 25%, ferma restando la soglia dei 304mila euro totali. Tutti i risparmi prodotti da queste norme, conclude l’articolo 6, confluiranno in un fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.
ilsole24ore.com – 31 gennaio 2012