Paola Testori Coggi, direttore generale Salute e consumatori Dg Sanco Commissione Ue, intervistata da AgroNotizie. “Direttiva bloccata da due anni, ma siamo in dirittura d’arrivo”. Rush finale per la proposta della Commissione europea e per il mais Pioneer
Paola Testori Coggi, direttore generale Salute e consumatori DG Sanco della Commissione europea, fa il punto sulla situazione degli Ogm in Europa.
Ad oggi sono circa 60 gli Organismi geneticamente modificati autorizzati per la commercializzazione in Europa (mais, soglia, colza) ma non per consumo umano, bensì solo per uso industriale e mangimiper animali.
Solo un Ogm coltivabile in Europa. La proposta di direttiva della Commissione europea che darebbe ad ogni Paese membro la possibilità di vietarne la coltivazione sul proprio territorio è ad oggi ancora bloccata, ma a breve potrebbero esserci delle novità.
Direttore, può darci un quadro della situazione degli Ogm in Europa?
“In Europa abbiamo una legislazione severissima, la più restrittiva al mondo, che prende in esame le richieste, una ad una, solo sulla base di dossier scientifico dettagliato che studia gli effetti sull’ambiente e sull’uomo. Oggi abbiamo circa 60 Ogm autorizzati, soprattutto maissoia e colza, e vengono utilizzati solo per i mangimi animali. Potrebbero essere utilizzati anche per l’alimentazione umana ma non lo sono, perché la legge prevede che – se impiegati – siano presenti in etichetta. E poiché l’industria alimentare sa che il consumatore in Europa non vuole mangiare Ogm, non li utilizza”.
In Europa è legale coltivare Ogm?
“In Europa c’è solo un mais autorizzato negli anni ’90, di prima generazione, è l’unico che si può coltivare e si trova soprattutto in Spagna. La maggior parte dei Paesi europei non vogliono coltivare Ogm.
Per questo motivo la Commissione europea ha fatto una proposta per modificare la legge e per dare la scelta agli Stati qualora vogliano coltivare o no Ogm. La legge attuale dice: se la Commissione autorizza la coltivazione di un Ogm, questo Ogm deve poter venire coltivato in tutta Europa. E i Paesi per opporsi devono addurre ragioni di salute o di sicurezza.
Invece la Commissione ritiene che la scelta di coltivare o meno o nel proprio territorio debba essere fatta liberamente dagli Statisenza doversi nascondere dietro a ragioni di sicurezza”.
Questo mais autorizzato può essere coltivato anche in Italia?
“Potrebbe, sì. Questo mais è stato autorizzato nel ’96 per la coltivazione in tutta Europa. Ma l’Italia ha adottato delle misure nazionali basandosi su problema di rischio per salute o ambiente che in realtà non esiste, perché il mais è stato autorizzato sulla base di un parere scientifico.
Per questo motivo abbiamo proposto una nuova legge, che è stata bloccata in Consiglio, perché vogliamo dare agli Stati la libertà di scegliere se coltivare o meno sul proprio territorio anche in presenza di una autorizzazione comunitaria.
Il sistema delle autorizzazioni dunque rimane unico a livello europeo, ma lo Stato decide se coltivare o meno. È una scelta di sussidiarietà perché il territorio appartiene allo Stato ed è lo Stato che deve scegliere”.
A che punto è la proposta?
“È stata bloccata da due anni perché alcuni Paesi non volevano poter esercitare questa libertà. Oggi invece crediamo di avere una maggioranza e pensiamo possa essere adottata entro l’estate.Anche l’Italia è d’accordo”.
Perché molti Stati sono storicamente contro questa libertà di scelta?
“Difficile capire perché è stata ostacolata la proposta. Forse pensano sia più facile nascondersi dietro a scelte europee”.
A che punto è il mais Pioneer?
“Il mais Pioneer è una domanda di autorizzazione all’esame da 10 anni: è stata valutata almeno sei volte e tutte le volte l’Efsa ha confermato che non ci sono rischi. La Commissione non l’ha autorizzato, ha ritardato, ponendo sempre nuove domande, dal momento che era il secondo mais dopo quello approvato negli anni ’90.
In ottobre la Corte di giustizia europea ha condannato la Commissione perché abbiamo ritardato troppo l’autorizzazione. Ma l’abbiamo fatto in buona fede, abbiamo continuato a chiedere nuove analisi, anche se l’Efsa ha confermato per sei volte che non c’è rischio. Quindi la Commissione intende rilanciare l’autorizzazione”.
Qual è il prossimo appuntamento con gli Ogm in Europa?
“Speriamo che il Consiglio per l’Ambiente prima dell’estate adotti al proposta della Commissione e, una volta adottata, potremo procedere all’autorizzazione degli Ogm che sono in attesa da parecchi anni”.
Agronotizie – 21 marzo 2014