Niente emendamento alla Camera. Intanto arriva a Venezia la commissione sui Lep
Martina Zambon, Il Corriere Veneto
Il terzo mandato sta evaporando. Gli indizi si moltiplicano. A partire dal fatto che fra i 46 emendamenti al dl Elezioni in votazione alla Camera non compare l’emendamento gemello già bocciato in Senato, il cosiddetto «Salva Zaia».
Potrebbe rispuntare come ordine del giorno ma ormai il quadro è chiaro a tutti: le
probabilità che il presidente Zaia possa tornare a candidarsi a palazzo Balbi sono residuali.
Eppure Zaia ha ribadito anche ieri il suo «no» implicito a una candidatura europea e la necessità di lasciare i cittadini «liberi di scegliere propria classe dirigente» ricordando che il limite vale solo per governatori e sindaci, non per i parlamentari.
Intanto, però, il partito sta già ragionando di un futuro senza di lui o, meglio, con una corsa solitaria alle Regionali contro gli alleati che includa la Lista Zaia.
Il segretario regionale Alberto Stefani non esclude l’ipotesi «di una lista Lega, una lista Zaia, qualora il presidente fosse d’accordo, e una o più liste civiche di amministratori locali» incassando il ringraziamento per la chiarezza
dal capogruppo Alberto Villanova.
Poi da Stefani arriva la stoccata al collega di FdI Luca De Carlo che, da giorni, ricorda come a 500 giorni dalle Regionali ci sia da occuparsi di «problemi concreti dei veneti».
«Ricordo – dice Stefani – che questo dibattito sulle Regionali di certo non è nato da intenzioni leghiste, bensì da altre forze politiche».
Intanto, in vista delle Europee, per la Lega il via libera sul ddl Calderoli in materia di Autonomia è importante.
Ieri una delegazione della bicamerale per gli Affari Regionali capitanati dal presidente Francesco Silvestro (FI) ha passato la giornata in prefettura a Venezia ascoltando, nell’ordine, la Regione, il sindaco del
capoluogo Luigi Brugnaro, le associazioni di categoria e i sindacati.
Dopo le tre regioni del Sud già visitate, il Veneto è la prima del Nord ad essere «audita». Tutto finirà nella relazione finale che uno dei componenti, il vicentino Erik Pretto (Lega) si augura possa essere inviata alle Camere entro maggio.
Utile per il voto sul ddl Calderoli. Utile prima delle Europee cruciali per il Carroccio.
«L’obiettivo è definire i fabbisogni standard in ciascuna area territoriale attraverso l’individuazione dei Lep e dei costi ad essi collegati, – spiega Pretto – consentendo di superare finalmente il vecchio criterio della spesa storica».
Presente, fra i veneti, anche Bartolomeo Amidei (FdI).
A rappresentare palazzo Balbi c’era la vice presidente Elisa De Berti che ha messo in fila i numeri dell’efficienza veneta: «Il personale dipendente regionale è di circa 2.700 unità, nettamente inferiore alla media di altre regioni di pari dimensioni» spiega De Berti che parla anche di capacità di riscossione, di realizzazione di opere pubbliche, di spesa per i Fondi Ue per lo sviluppo e la coesione e tpl.
Dalla Cgil arriva, invece, una bocciatura senza appello della riforma. Giacomo Vendrame, segretario regionale Cgil
spiega: «Abbiamo ribadito la nostra totale contrarietà all’Autonomia differenziata».